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Aosta, ad Aminetou Ely il premio “Donna dell’Anno”

AOSTA. Si chiama Aminetou Ely ed è conosciuta in tutto il mondo per il suo attivismo per i diritti umani in Africa e da anni impegnata contro le violenze domestiche e sessuali. A lei, mauritana di nascita, ma cittadina del mondo, è stato attribuito il premio internazionale Donna dell’anno 2019. La cerimonia si è tenuta ieri al Teatro Splendor di Aosta. Il premio, giunto alla ventunesima edizione, è promosso dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità, e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

La vita di Aminetou Ely è costellata di privazioni e di voglia di riscatto per chi come lei è stata costretta a sposarsi a soli 13 anni. È stata torturata, provata di ogni diritto.  Da allora, dopo essersi ribellata, ha portato avanti la lotta per i diritti ed ha fondato nel suo Paese l’Associazione delle Donne Capi Famiglia (AFCF), che combatte contro la schiavitù e le violenze di ogni tipo sulle donne. “Combattiamo contro tutte le violenza sulle donne – ha detto l’attivista mauritana -: la mutilazione genitali, il matrimonio precoce, le violenze domestiche e gli stupri. Ed anche contro la tratta delle donne della Mauritania: questa è un altra piaga, che vede le donne portate fino in Arabia Saudita. Combattiamo contro la schiavitù sessuale, che continua di mamma in figlio”.

Aminetou Ely ha cominciato a combattere che aveva 10 anni: “Se mi guardo indietro – puntualizza -, devo dire che la strada percorsa è stata tanta. Oggi ci sono delle leggi che prima non esistevano, c’è il Codice della famiglia, c’è una legge sulla nazionalità, una strategia di genere ed un piano d’azione di genere. Sul tavolo del Governo oggi c’è una proposta di legge contro le violenze e c’è una legge che è stata emanata nel 2015 che ha reso la schiavitù un crimine contro l’umanità.  Le leggi ci sono, ma bisogna applicarle: e gli ostacoli  sono molti. Questo è il problema. A poco a poco, però, le cose si stanno muovendo. Fino al 2016 non c’erano donne ministre, adesso sono 10. Il 20% dei parlamentari in Mauritania è donna, mentre il 35% degli amministratori nei comuni è donna”.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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