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Conte: Salvini si presenti in aula a spiegare perché vuole la crisi

ROMA. Matteo Salvini stacca la spina al governo. Lo annuncia a quattr’occhi al premier Conte in un confronto teso a Palazzo Chigi: “Si è rotto il rapporto di fiducia. Non ci sono più le condizioni per andare avanti, con il voto sulla Tav abbiamo preso atto che non è più possibile fare le riforme”. Poi lo conferma a Pescara, nel comizio che, di fatto, ufficializza la crisi del governo gialloverde dopo 14 mesi. Il leader della Lega non si nasconde: chiede le urne a ottobre, vuole capitalizzare un consenso che, secondo i sondaggi, sarebbe assai vicino al 40 per cento. In una nota fa sapere di voler andare “subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori. Inutile andare avanti a colpi di no e di litigi, come nelle ultime settimane, gli italiani hanno bisogno di certezze e di un governo che faccia, non di ‘Signor No’. Non vogliamo poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo, che ha fatto tante cose buone, ci sono solo le elezioni”.

Luigi di Maio e Matteo Salvini sempre più ai ferri corti

Ma Conte non si arrende e non usa giri di parole per attaccare direttamente il leader del Carroccio: “Non sarò io a dimettermi, la crisi passa prima dal Parlamento: il mio governo ha lavorato, non era in spiaggia”. E, ancora: “Salvini venga in Parlamento a spiegare perché  vuole la crisi. Come ho già chiarito nel corso della mia informativa resa al Senato sulle inchieste russe personalmente non considero il confronto tra governo e Parlamento un molesto orpello del nostro sistema democratico ma la vera essenza della nostra forma di governo e in particolare di una democrazia parlamentare.

Sul fronte Cinque Stelle, lo sfogo di Di Maio con esplicito riferimento al leader della Lega: “Una cosa è certa: quando prendi in giro il Paese e i cittadini prima o poi ti torna contro. Prima o poi ne paghi le conseguenze”. Al ministro del Lavoro si aggiunge anche la dichiarazione di Stefano Putuanelli, capogruppo in Senato del M5S: “Matteo Salvini pagherà per il tradimento nei confronti degli italiani che avevano fiducia in questo governo”. Sulla possibilità di andare al voto in ottobre, come chiesto dal leader del Carroccio, ha concluso che “certamente non ci saranno pastrocchi”.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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