ROMA. Dopo 18 anni è definitivo: Fabio Camilli è figlio di Domenico Modugno, fratello di Marco, Massimo e Marcello. Tanto c’è voluto e con diversi procedimenti, per stabilire, dopo che la prova del dna già lo aveva accertato quattro anni fa in primo grado, che il 57enne attore (visto in tante serie tv da Don Matteo a Distretto di polizia, da Squadra antimafia a 1993) è Modugno.
Oggi la Cassazione ha messo la parola “fine” alla vicenda che oltre ad essere un caso familiare è anche un caso economico vista la milionaria rendita Siae dell’autore italiano più famoso al mondo. Lo stesso Camilli ha voluto dare notizia della sentenza della I sezione civile della Corte Suprema, manco a farlo apposta qualche giorno dopo il venticinquesimo anniversario della morte del grande cantautore avvenuta a Lampedusa il 6 agosto 1994. “Ho dovuto fare una battaglia per poter affermare chi era mio padre. È stato un viaggio faticoso ed estenuante”, sono state le sue prime parole. Ed ha aggiunto: “Il procedimento di riconoscimento di paternità della durata media di 4-5 anni si è trasformato per me in un percorso a “ostacoli” lungo visto che è protratto per 18 anni. Comunque ce l’ho fatta, è finita. Sono molte le persone che dovrò ringraziare per essermi state vicine in questi anni. In particolare l’avvocato Gianfranco Dosi che in tutti questi anni ha saputo tenere la barra dritta durante questa lunghissima tempesta giuridica riuscendo alla fine a condurci in porto vivi e vittoriosi”.
Fabio aveva scoperto da adulto, non ancora trentenne, di essere nato da una relazione tra Mister Volare e sua madre, la ballerina e regista triestina Maurizia Calì, la “bellissima Kalì” di Pasqualino Maragià uno dei numerosi successi di Modugno, successivamente coreografa al Sistina di Roma, teatro dove aveva conosciuto Romano Camilli, storico collaboratore di Garinei e Giovannini.
