• DAL MONDO

Una nuova missione spirituale per don Alessio Yandusheff-Rumiantseff

Uno dei nostri collaboratori, il redattore della rubrica dedicata alla spiritualità, don Alessio Yandusheff-Rumiantseff (Alexy Yandushev Rumyantsev), professore presso l’Istituto Teologico di San Pietroburgo, e già cappellano presso la Facoltà di Economia dell’Università di Roma “La Sapienza”, dopo aver concluso con successo i suoi incarichi a Roma, ha proseguito verso la Svizzera per continuare la sua missione. Il nostro inviato è andato a Lugano per incontrarlo.

don Alessio Yandusheff-Rumiantseff
don Alessio Yandusheff-Rumiantseff

Reverendo, sembra che a lei non manchino mai nuovi e interessanti progetti pastorali. Dopo Roma, adesso è la volta della Svizzera: come si sente?

Roma non può non mancare a colui che ci ha vissuto per tanti anni. Roma è Roma, e nonostante mille difficoltà è una delle città più belle al mondo. La Capitale è il trionfo storico-architettonico del genio umano illuminato da Dio, che non lascia indifferenti: la si può amare, o odiare, e io l’amo, anche se questo mio amore non è stato sempre facile. Io e Roma siamo come due vecchi sposi che litigano tutta la vita, e allo stesso tempo l’uno senza l’altro non sopravvivrebbe neanche un giorno. Oggi le distanze nel mondo si accorciano, e così ogni tanto potrò tornare a trovare il mio vecchio amore. Roma è l’amore per sempre!

La nuova missione che inizierà nella Diocesi di Lugano cosa prevede?

Le vie del Signore sono veramente infinite, e dal primo settembre sono stato nominato amministratore della Prevostura di Vacallo e delle sette parrocchie della Valle di Muggio nel Mendrisiotto, il distretto più a sud del Canton Ticino e dell’intera Svizzera. È un posto meraviglioso sia dal punto di vista pastorale sia da quello storico e naturale. Sarà una missione speciale per me, perché diventerò il pastore di una realtà molto complessa e allo stesso tempo bellissima. Amministrare tutte quelle chiese, cappelle, scuole, ospedali dal punto di vista pastorale non sarà semplice, ma questo compito sarà molto entusiasmante e gioioso grazie ai miei collaboratori tra sacerdoti e i laici. Basti vedere il popolo affidatomi dal vescovo di Lugano, Sua Eccellenza Valerio Lazzeri, per capire quanto siano accoglienti e buoni i ticinesi.

Abbiamo appena saputo che il Principe Vittorio Emanuele ha deciso di insignirla del grado di Cavaliere della Casa Reale di Savoia. A Roma tra i vicini ai Savoia lei era l’unico membro russo della famosa Guardia d’Onore al Pantheon. Adesso questo servizio è finito?

(Ride). Se sei una vera guardia, e non la “fai” solamente, se comprendi bene l’enorme responsabilità del tuo servizio alle Tombe Reali e il significato importantissimo per la memoria storica del popolo e dell’Italia, allora anche se ti sposti in Antartide… rimarrai per sempre una Guardia. Qui ad esempio posso vedere spesso le guardie svizzere, e anche nella mia parrocchia di Vacallo ce ne sono due. Erano, sono, e saranno le Guardie del Pontefice. La stessa cosa vale anche nel caso della Guardia d’Onore al Pantheon. Pertanto, sono felice e orgoglioso di svolgere anche questo servizio.

interno di una delle chiese della diocesi di lugano

Riguardo, invece, la sua collaborazione con l’Ordine di Malta, pensa che in Ticino avrà tempo anche per questo servizio?

Dopo 20 anni di stretta collaborazione, prima in qualità di volontario in Russia e Liechtenstein, e poi come collaboratore pastorale dei volontari a Roma, credo che ci sarà sempre il tempo per continuare. Importante è avere la volontà unita con quella del Signore. Dovunque vado, in Birmania o a Roma, in Nigeria o in Svizzera, posso vedere il Cristo sofferente nel prossimo. I sistemi politico-economico-sociali non sono in grado di eliminare il dolore, di colmare la sete spirituale, di soddisfare la fame della giustizia. L’Ordine di Malta, invece, riesce a farcela da secoli, perché è prima di tutto una famiglia dei fedeli a Cristo nel prossimo. Mi sono sentito felice di poter collaborare alle loro iniziative dovunque si svolgevano: dalla mensa popolare a San Pietroburgo, al servizio alla Stazione Termini a Roma. Cosa potrebbe esserci di più bello? Servire il prossimo significa avere la “assicurazione divina” che ti garantisce la felicità che non finisce mai. Quindi sono pronto a rimboccarmi le maniche, e fare il volontario anche qui in Ticino. E che il Beato Gerardo ci aiuti!

Don Alessio, dopo tutte queste ultime nomine, come dobbiamo chiamarla? Monsignore? Prevosto? Professore? Dottore?

Lei ha già scelto il mio vero nome: mi chiamo don Alessio, e così voglio essere chiamato. Il pastore vero è quello che ama le sue greggi, e quindi non costruisce distanze. Egli va in cerca delle pecorelle smarrite, le conduce verso la salvezza, e quindi deve fare questo cammino faticoso e allo stesso tempo gioioso assieme a queste anime, senza pensare ai titoli e ai gradi che per la salvezza non hanno alcuna importanza. Siamo qui sulla Terra per servire, non per essere serviti. La nostra vita raggiunge un senso incorruttibile ed eterno quando diventa al servizio al prossimo.

Carlo Saccomando

Tags

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

Articoli correlati