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Festa della donna serve più rispetto, non basta una mimosa

In un tempo in cui crescono violenze e maltrattamenti nei confronti delle donne, la Festa della donna dell’8 marzo deve diventare qualcosa di più e di oltre di una bella ricorrenza, con tanto di dono delle mimose. Dall’inizio dell’anno sono già decine le signore e le ragazze uccise e molte di più quelle ferite, senza contare quelle minacciate gravemente. Tutto questo succede spesso per mano di compagni, ex mariti, o fidanzati, in una violenza domestica che fa rabbrividire.

Celebrata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909, e in Italia nel 1922, il significato della manifestazione muta con i tempi che cambiano. Le conquiste sociali, politiche, economiche delle donne spesso retrocedono di fronte alle discriminazioni e agli atti violenti che le stesse subiscono. La Storia fa risalire al 1908 l’origine di questi festeggiamenti, e a un gruppo di operaie dell’industria tessile “Cotton” di New York, che, per protesta contro le condizioni lavorative, scioperarono, e alcuni giorni dopo, a seguito di un incendio nella fabbrica, 129 di loro morirono. Rosa Luxemburg quindi propose l’8 marzo come giornata di lotta internazionale a favore delle donne.

Rosa Luxemburg

In un’altra parte di mondo, nel 1917, alcune donne marciarono a favore della fine della guerra e per i propri diritti nelle strade di San Pietroburgo, facendo scaturire in Russia la Rivoluzione di Febbraio, ottenendo così la destituzione dello zar e il diritto di voto. Spostandoci in Italia, nel 1959, accadde che le senatrici Luisa Balboni, Giuseppina Palumbo e Giuliana Nenni presentarono una proposta di legge per rendere la giornata della donna una festa nazionale, senza però ottenere consensi.

In tutta Italia per questa giornata sono numerose le iniziative, molte delle quali organizzate dalle numerose associazioni, sempre più attive, che sono utili per sollecitare rispetto per le donne.

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