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A Tirana quattro ore di battaglia di fronte al Palazzo del Governo

TIRANA. Per oltre quattro ore, la piazza di fronte al palazzo del governo, sul principale viale di Tirana, è stata il palcoscenico di duri scontri fra le forze della Guardia Repubblicana e i manifestanti dell’opposizione di centro destra guidata da Lulzim Basha che chiedono le dimissioni del premier socialista Edi Rama e un governo di transizione che prepari le elezioni anticipate. Ripetuti e violenti assalti per sfondare la porta di ingresso della Presidenza del Consiglio sono stati respinti dalle forze dell’ordine con gli idranti e i lacrimogeni. Almeno cinque poliziotti sono stati feriti e numerosi manifestanti hanno accusato problemi respiratori. A far scattare la scintilla è stato il lancio di alcune bombe molotov sulla scalinata del palazzo del governo. Quindi, lo scontro con la polizia che aveva circondato l’edificio senza fare resistenza, e infine l’assalto rabbioso all’entrata principale. Dall’interno dell’edificio, la Guardia repubblicana ha risposto con gli idranti e i lacrimogeni riuscendo a respingere l’avanzata.

Tra un assalto e l’altro si sono susseguiti lanci di sassi. A farne le spese è stata anche l’opera dell’artista contemporaneo belga Carsten Holler, donata al governo di Tirana ed esposta ai lati dell’edificio. Da mesi, gli attacchi nei confronti del premier socialista, al suo secondo mandato consecutivo alla guida del governo, sono diventati il cavallo di battaglia dell’opposizione. “Rama è corrotto e colluso con la criminalità organizzata grazie alla quale – è l’accusa rivolta al premier – manomette i voti per garantire il potere”. “Ogni soluzione politica è esaurita. Il tempo delle parole è ormai finito.Adesso spetterà al popolo prendere nelle sue mani le sorti del Paese” è stato il mantra di Basha nell’ultimo tour, che ha riunito in piazza migliaia di sostenitori. Il rischio di un’escalation della violenza nelle proteste era già chiaro alle forze dell’ordine. Mentre la tensione a Tirana restava alle stelle, le ambasciate dei Paesi dell’Unione europea, di Stati Uniti e dell’Osce hanno condannato – a una sola voce e con toni duri – la violenza dei manifestanti. Corale è stata l’esortazione “a tutte le parti a fare tutto il possibile per evitare ulteriori violenze e interruzioni. Danneggiare la proprietà pubblica e ricorrere alla violenza non sono accettabili”. La tensione e la violenza hanno tenuto Tirana in ostaggio per quattro lunghe ore fino a quando è stata annunciata la decisione di lasciare la piazza, con la promessa di ritornarci giovedì prossimo. “Quanto iniziato oggi va portato fino alla fine. La rivolta popolare – ha promesso il leader dell’opposizione Basha – non si fermerà fino a quando non faremo cadere questo marcio sistema”.

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