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Si prostituivano usando il “pos”: nei guai due locali veneti

VENEZIA. Chissà cosa ne penserebbe la senatrice socialista Merlin, autrice nel 1958 della legge sull’abolizione delle case chiuse. Una evoluzione della specie, almeno sotto il profilo tecnologico, potrebbe farla sorridere…Quello che non la farebbe certo sorridere è il fatto che dal 1958 la Repubblica non sia stata in grado di legiferare in tal senso, neppure facendo un auspicabile passo indietro sulla legge della senatrice. Oggi è confusione totale in termini di prostituzione e oltre alle favelas per strada si incappa in situazioni come questa… Non è il futuro senza contanti che si avvicina, ma quanto avvenuto nell’hinterland veneziano (ma avrebbe potuto accadere in qualsiasi regione d’Italia) che ha visto coinvolte una cinquantina di ragazze, tutte dell’Europa dell’Est. Ballerine di lap dance che per prostituirsi uscivano talora dal locale portandosi dietro il terminale ‘pos’ per farsi pagare la prestazioni con carta di credito.

Ballerine di lap dance che per prostituirsi uscivano talora dal locale, situato nell’hinterland veneziano, portandosi dietro il terminale ‘pos’ per farsi pagare la prestazioni con carta di credito. Il particolare è emerso dalle indagini della Squadra Mobile di Venezia, che ha scoperto un “giro” in cui erano coinvolte una cinquantina di ragazze, tutte dell’Europa dell’Est, soprattutto romene, impiegate in due night club, l'”Arabesque” a San Donà di Piave e il “Game Over” a Quarto d’Altino, chiusi nel blitz degli investigatori. In carcere, su ordinanza richiesta del sostituto procuratore Federica Baccaglini ed emessa dal gip Davide Calabria, sono finiti Matteo e Federico Vendramello, di 40 e 44 anni, di Jesolo, mentre ai domiciliari sono stati posti una cittadina romena Michaela Hobila (35), residente a Jesolo, Lorenzo Borga (70), di San Donà e Ugo Bozza (66), di Portogruaro, che si occupavano dell’organizzazione logistica. Le giovani donne consegnavano ai gestori dei night dal 50 al 70% del guadagno. E quindi cara senatrice come la mettiamo? Forse anche alla Merlin verrebbe da esclamare “Che casino ho combinato…”.

Giuseppe Muri

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Giuseppe Muri

Giornalista pubblicista dagli Anni Ottanta, si occupa di cronaca e di costume. Ha lavorato per un lungo periodo nelle redazioni di testate locali piemontesi. Appassionato di storia, ha svolto alcune inchieste legate a fatti importanti che hanno caratterizzato il Novecento italiano.

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