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Banca popolare di Bari, emergono favori agli “amici degli amici”

BARI. La Banca popolare di Bari avrebbe concesso crediti a decine di società consapevole della loro inesigibilità, ma certificandoli nei bilanci come sicuri e quindi senza prevedere adeguate coperture. È il nuovo filone d’inchiesta su cui la Procura di Bari sta avviando accertamenti nell’ambito delle indagini sulla presunta malagestione dell’istituto di credito commissariato nel dicembre scorso.

Gli inquirenti valutano l’apertura di un ulteriore fascicolo nel quale potrebbe essere ipotizzato il reato di falso in bilancio.  I nuovi accertamenti, a quanto si apprende, riguarderebbero la concessione di crediti a società, anche in dissesto, con riferimento ai quali nei bilanci non sarebbe stato previsto un adeguato “patrimonio di garanzia”. Sull’analisi di questi crediti sono al lavoro da settimane i commissari che hanno preso in gestione la banca e che dovranno calcolare l’ammontare complessivo del buco, che potrebbe sfiorare il miliardo di euro. Le truffe, stando alle denunce e alla ipotesi accusatoria, si configurerebbero perché i dirigenti dell’istituto di credito non avrebbero sufficientemente informato i clienti dei rischi connessi all’acquisto dei titoli, manipolando in molti casi i questionari di profilatura dei rischi stessi, con l’obiettivo di collocare strumenti finanziari evidentemente inadeguati alle caratteristiche personali. Questo tipo di comportamento aziendale, oggetto delle nuove indagini nella procura, ha trovato conferma, secondo l’ipotesi investigativa, anche in tre recenti sentenze della Corte di Appello di Bari che nei mesi scorsi ha confermato l’esistenza di violazioni contestate e sanzionate dalla Consob alla banca fin dal 2018. Le condotte ritenute illegittime riguarderebbero, oltre le procedure di profilazione degli utenti, anche la non adeguata motivazione sulla base della quale la banca ha stabilito di volta in volta il prezzo delle azioni e le presunte omesse informazioni da parte dell’istituto di credito sulla natura illiquida dei titoli. La banca avrebbe cioè fatto credere ai risparmiatori che stavano acquistando titoli a basso rischio e facilmente liquidabili.

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