Restano in carcere i due studenti americani, Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjort, accusati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. A confermare il fermo è stato il gip di Roma Chiara Gallo, che ha seguito le sollecitazioni da parte dalla Procura. I due sono accusati di concorso in omicidio e tentata estorsione.
I due erano stati fermati nella stanza dell’hotel nella quale alloggiavano, a poche decine di metri dal luogo del delitto, nei pressi di piazza Cavour. Gli inquirenti hanno ritrovato nella loro stanza il coltello con cui Lee, reo confesso, ha colpito per otto volte il vicebrigadiere. Mentre in una fioriera esterna vicina all’hotel, nascosto intenzionalmente dai due giovani statunitensi, è stato nascosto il borsello rubato allo spacciatore. Dalle prime indagini sembrerebbe che i due avessero bevuto alcolici, inoltre si è scoperto che Lee faccia uso di psicofarmaci: in particolare, gli è stato trovato dello Xanax, un potente ansiolitico.
La famiglia di Elder Finnegan Lee in un comunicato pubblicato dall’emittente tv statunitense Abc ha dichiarato: “Siamo scioccati. Esprimiamo le più profonde condoglianze alla famiglia del brigadiere Cerciello Rega. Non abbiamo informazioni indipendenti sull’accaduto, non siamo stati in grado di avere comunicazioni con nostro figlio. Chiediamo il rispetto della nostra privacy durante questo momento difficile. I nostri pensieri vanno a coloro che sono stati colpiti da questa tragedia“.
Si apprende inoltre che la causa del decesso di Mario Cerciello Rega è stata un’emorragia causata dalle 8 coltellate inferte durante la violenta aggressione. È quanto emerge dai primi risultati della autopsia svolta sul suo corpo.
Carlo Saccomando