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Celebrati i 70 anni della Repubblica popolare cinese. Omaggio a Mao tze tung

PECHINO. Molti ricorderanno la famosa battuta di Alberto Sordi ” Se se move la Cina…” Sono passate decine di anni e di passi la Cina ne ha fatti moltissimi. Passi da gigante, magari “tralasciando” aspetti umanitari e di diritti civili di espressione ma tecnologicamente e industrialmente è diventato il colosso con cui tutte le super potenze devono fare i conti. Dagli Stati Uniti alla Russia sino all’ India nuova forza emergente. La lunga marcia intrapresa da Mao tze Tung, è proseguita e prosegue e anche se le due Cine paiono ormai distanti fra loro il sottile filo rosso c’è sempre. Infatti le celebrazioni sono iniziate proprio con il solenne omaggio al “grande timoniere”. E poi il 70° è stato anche occasione per far vedere i muscoli e lanciare messaggi chiari ed inequivocabili. Nessuna forza può scuotere la Cina: è il messaggio del presidente Xi Jinping nel discorso su piazza Tiananmen, prima di ispezionare le truppe della parata militare per i 70 anni della nascita della Repubblica popolare.  “Nessuna forza può neanche scuotere lo stato della Cina o fermare il popolo e la nazione cinesi dal marciare in avanti”.

    Il popolo cinese e i gruppi etnici “hanno raggiunto grandi conquiste che sbalordiscono il mondo negli ultimi 70 anni con sforzi concertati e una dura battaglia”.  Alla parata militare per i 70 anni della fondazione della Repubblica popolare cinese ci sono anche, per la prima volta, i missili intercontinentali mobili a combustibile solido DF41, i temuti vettori balistici capaci di raggiungere il territorio Usa in meno di un’ora.
    Durante l’ispezione delle truppe in limousine da parte del presidente Xi Jinping, che è anche commander-in-chief, si sono visti diversi missili, tra cui i DF58, i DF31 e i DF17. Per celebrare le ricorrenza Xi ha anche approvato un’amnistia per i prigionieri, la nona dal 1949 e la seconda da quando è al vertice del Paese. La perfetta riuscita dell’evento è un elemento chiave: le prove della parata si susseguono da settimane a Pechino. Sono a disposizione migliaia di agenti, le strade sono chiuse da giorni e da notti si svolgono ormai le prove per il passaggio dei mezzi blindati, spesso ripresi dalle telecamere degli smartphone dei curiosi.

Una serie di divieti, come spesso accade in occasione di ricorrenze estremamente sensibili, scandisce l’attesa: cieli del centro chiusi agli aquiloni, ai droni e persino ai piccioni fino al giorno dell’anniversario della vittoria delle truppe comuniste di Mao Zedong sui nazionalisti di Chiang Kai-shek. Le restrizioni riguardano anche internet: la popolare piattaforma di micro-blogging Weibo, scrive la Bbc, ha deciso di cancellare i contenuti che distorcono, o peggio insultano, la storia nazionale. “Se se move la Cina…” e già Alberto, la Cina si è mossa eccome ed ora è seduta al tavolo dei grandi della terra e si è conquistata un ruolo da protagonista.

Giuseppe Muri

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Giuseppe Muri

Giornalista pubblicista dagli Anni Ottanta, si occupa di cronaca e di costume. Ha lavorato per un lungo periodo nelle redazioni di testate locali piemontesi. Appassionato di storia, ha svolto alcune inchieste legate a fatti importanti che hanno caratterizzato il Novecento italiano.

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