• CRONACHE

Commemorate le vittime del terremoto di Arquata del Tronto

ARQUATA DEL TRONTO. Nella notte del 24 agosto 2016 un violento terremoto scosse il centro Italia.   Oggi anni dopo, le comunità colpite si sono raccolte per ricordare i 299 morti. Veglie sono state organizzate ad Arquata del Tronto (e nelle frazioni) e ad Amatrice, due dei paesi più duramente colpiti dal sisma. L’ora della prima scossa alle 3,36, c’è stato il ricordo delle vittime: i rintocchi di campana hanno accompagnato la lettura dei nomi di chi quella notte ha perso la vita. Le luci delle candele e un silenzio spettrale hanno fatto da sfondo alla commemorazione delle vittime del terremoto del 24 agosto 2016 celebrata a Pescara del Tronto frazione di Arquata, nel luogo dove quella notte vennero composte le salme dei deceduti.

Una commemorazione composta, silenziosa durante la quale il vescovo di Ascoli Piceno, mons. Giovanni D’Ercole ha stretto idealmente a sé i presenti: “siete miei fratelli e quello che è successo a voi è come se fosse successo a me”. Centinaia le persone presenti: parenti delle 52 vittime del territorio di Arquata, sopravvissuti e autorità, tra le quali il sottosegretario Vittorio Crimi, il commissario alla ricostruzione Piero Farabollini, il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, la vice presidente della Regione Anna Casini e il sindaco di Arquata Aleandro Petrucci e di Ascoli Marco Fioravanti. Insieme al dolore, ancora vivo, per il prezzo altissimo pagato in termini di vite umane (in tutto 299 morti), i piccoli borghi del Centro d’Italia, un tempo segnalati tra i più belli del Paese, attendono una ricostruzione che tarda a decollare. In alcune frazioni di Amatrice e Accumoli, infatti, il tempo sembra essersi fermato un attimo dopo quella manciata di secondi in cui il sisma piegò sulle ginocchia ogni cosa. Terre di mezzo, tra due mari, che un tempo richiamavano migliaia di turisti, oggi ferite dalla furia della natura e segnate dall’assenza forzata di ogni forma di vita. 


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