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Dai pannolini usati: sedie, grucce, cartoni per imballo

TREVISO. Grazie ad una tecnologia tutta italiana da oggi si possono riciclare al cento per cento i prodotti assorbenti usati dalle persone (bambini, ma anche adulti), trasformandoli in materie prime seconde riutilizzabili in varie applicazioni. Protagonista di questa rivoluzione in campo della sostenibilità è la società FaterSmart, nata dalla joint venture fra Procter & Gamble e Gruppo Angelini. L’azienda ha ricevuto lo scorso mese di novembre alla rassegna Ecomondo di Rimini, il Premio Sviluppo Sostenibile per il settore rifiuti e risorse. Nello stabilimento di Lovadina di Spresiano (Treviso) un innovativo processo è in grado, infatti, di trasformare da una tonnellata di pannolini usati conferiti alla raccolta differenziata 150 kg di cellulosa, 75 kg di plastica e 75 kg di polimero super assorbente, dai quali è possibile ottenere arredi urbani, oggetti di uso quotidiano come grucce e mollette, cartoni per imballaggi industriali e nuovi prodotti assorbenti.

I rifiuti da prodotti assorbenti per la persona (pannolini e pannoloni) costituiscono circa il 3,7% del totale dei rifiuti urbani generati in Italia annualmente (secondo il rapporto Ispra del 2017, ovvero circa 1 milione di tonnellate all’anno: questo flusso di rifiuti è attualmente smaltito in discarica o inceneritore, ma la realizzazione a Spresiano del primo impianto di riciclo a scala industriale, l’unico che permette il riciclo dei prodotti assorbenti per la persona, apre nuovi scenari di gestione di questa tipologia di rifiuti. Tramite un vero e proprio processo di riciclo, anche i prodotti assorbenti per la persona destinati fino a ieri alle discarica o agli inceneritori, possono insomma tornare a nuova vita.

Sostanzialmente il processo prevede tre fasi. Esaminiamole nel dettaglio.
Fase iniziale. Operatori specializzati attraverso il porta a porta raccolgono i prodotti assorbenti per la persona usati (presso strutture centralizzate come ospedali, case di riposo, asili nido oppure nei centri di raccolta comunali).In Italia, già 11 milioni di cittadini hanno accesso alla raccolta differenziata di questo tipo di prodotti. Il materiale raccolto arriva all’impianto di riciclo pannolini, dove inizia il processo di recupero: dopo l’accumulo dei rifiuti nella porta d’accesso, avviene il loro stoccaggio e il trasporto verso le unità centrali della macchina.

Fase centrale. In questa fase la componente organica viene eliminata. All’interno di un autoclave, grazie alla combinazione di vapore a pressione, i prodotti assorbenti usati vengono sterilizzati e i materiali costituenti vengono pre-separati. Poi, dei nastri trasportano i prodotti nell’essiccatore, dove vengono asciugati. Questo processo consente l’abbattimento dei cattivi odori e l’eliminazione di tutti i potenziali agenti patogeni.

Fase finale.Una batteria di separatori in serie, attraverso un sistema di cilindri rotanti, separa e recupera le materie prime seconde. Da ogni tonnellata di questi rifiuti si ottengono 150 kg di cellulosa, 75 kg di plastica e 75 kg di polimero super assorbente.

La raccolta differenziata di questa frazione è già stata introdotta in circa 800 comuni italiani (12 milioni di abitanti circa): se esteso a tutto il Paese, questo sistema industriale consentirebbe di ridurre le emissioni climalteranti prodotte ogni anno da 100 mila auto. “In Italia ogni giorno spiega Giovanni Teodorani Fabbri, direttore generale di FaterSmart – vengono smaltiti 10 milioni di pannolini per bambini, pannoloni per incontinenti e assorbenti igienici usati”. Il riciclo di questi rifiuti potrebbe consentire di risparmiare ogni anno il consumo di 10 ettari di suolo, in pratica lo spazio occupato da 14 campi da calcio o da due Colossei.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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