• CRONACHE

Daspo decennali per gli ultrà della Juve coinvolti in “Last Banner”

 TORINO. Questa volta la giustizia ha deciso di colpire duro il mondo del tifo organizzato bianconero. Dovranno restare per anni lontano dagli stadi gli ultrà della Juventus coinvolti nell’inchiesta ‘Last Banner’, che nei giorni scorsi ha azzerato i vertici del tifo organizzato bianconero. Per la prima volta, nei loro confronti sono stati emessi Daspo decennali. Sono 38 quelli irrogati dal questore di Torino, Giuseppe De Matteis. I particolari saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa presso la Sala Faraoni della Questura di Torino.  L’operazione nel cuore della curva della Juventus è stata coordinata dal Gruppo Criminalità Organizzata della locale Procura della Repubblica.

Nell’ambito dell’operazione denominata “Last Banner”, la Digos di Torino ha eseguendo numerose misure cautelari, dodici per prime, nei confronti dei capi e dei principali referenti dei “Drughi”, di “Tradizione-Antichi Valori”, dei “Viking”, del “Nucleo 1985” e di “Quelli à di via Filadelfia”, indagati a vario titolo per associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata. Sono seguite sotto il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – 39 perquisizioni con la collaborazione delle Digos di Alessandria, Asti, Como, Savona, Milano, Genova, Pescara, La Spezia, L’Aquila, Firenze, Mantova, Monza, Bergamo e Biella, nei riguardi di 37 fra i principali referenti dei summenzionati gruppi ultrà (ed anche del “N.A.B. – Nucelo Armato Bianconero”), anch’essi indagati nell’ambito della medesima indagine. “La parte offesa è la Juventus, ma anche i tifosi, vittime di intimidazioni, costretti a non andare più allo stadio perché non riescono più a sopportare certe angherie, un certo clima, slogan razzisti che nello stadio della città hanno offeso Torino e il Piemonte – dice Paolo Borgna, procuratore reggente a Torino – Capisco che si possa pensare che è stata scoperta l’acqua calda, che i capi ultrà sono prevaricatori nei confronti degli altri tifosi – aggiunge il magistrato -. Ma questa indagine ha trasformato la conoscenza generica in precise prove di precisi reati attribuibili a determinate persone. Le indagini servono a questo, a raccogliere prove a carico di precisi individui da portare davanti a un giudice per un processo”.

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