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E’ fratello di un pentito di camorra l’uomo che colpì il bimbo marocchino

COSENZA. E’ il fratello di un pentito di camorra che si trovava in un luogo protetto del cosentino, l’uomo che a Cosenza ha dato un calcio ad un bambino di origini marocchine perché si era avvicinato alla figlia neonata in carrozzina. L’uomo e la moglie, entrambi denunciati per lesioni personali aggravate, sono stati immediatamente allontanati dalla Calabria e trasferiti in altra località protetta. Secondo quanto si è appreso, intanto, le immagini delle telecamere di videosorveglianza visionate dagli agenti delle volanti della Questura di Cosenza non hanno ripreso la violenza subita dal bambino, ma dai filmati è stato possibile rintracciare diversi testimoni che una volta ascoltati hanno portato all’identificazione dei due giovani. Il fatto incriminato è accaduto nei giorni scorsi quando un bimbo di tre anni si è avvicinato alla culla con la neonata figlio dell’uomo che ha reagito violentemente.

Quella vicinanza non è andata giù al padre ed alla madre. Troppo scura la pelle dell’altro rispetto alla propria per consentire anche solo un minimo contatto. E così, per allontanare l’«intruso», la coppia ha aggredito il piccolo e l’uomo lo ha colpito con un calcio all’addome. Quindi si sono allontanati velocemente, tra gli insulti di chi ha assistito alla scena e, secondo qualcuno, dopo avere ricevuto anche un sonoro ceffone per il gesto. La polizia, in brevissimo tempo, ha individuato e denunciato per lesioni personali aggravate la coppia responsabile del gesto, T.D., di 22 anni, e M.V., di 24. Il fatto è stato ricostruito da una passante che ha assistito alla scena ed ha subito avvertito il 118 e la polizia. “Ho visto quel bimbo fare un salto di due metri e accasciarsi a terra. Non potevo credere a quello che stava succedendo. Il mio primo pensiero è stato soccorrerlo” è stato il drammatico racconto della giovane testimone. Quest’ultima ha anche lanciato un appello alla madre del bambino colpito perché le faccia sapere le condizioni del figlio e dicendosi pronta ad aiutarla. Il bambino è stato soccorso da alcuni passanti e portato nel pronto soccorso dell’ospedale per le cure del caso. Fortunatamente non ha riportato ferite gravi – è stato giudicato guaribile in 5 giorni – fisiche, ma quelle morali, anche se ancora piccolo, probabilmente se le trascinerà per molto tempo. Il bambino era andato dal medico insieme alla mamma ed ai fratellini di 8 e 10 anni. Lo studio si trova in via Macallè, una traversa del centralissimo corso Mazzini. L’attesa dal dottore, però, si è protratta, e la donna ha deciso di concedere un gelato ai figli. Ha dato loro i soldi e i tre bambini sono usciti insieme per andare in gelateria. Su corso Mazzini l’incontro. Il più piccolo dei fratelli ha visto la carrozzina e si è avvicinato. Un gesto innocente, ma che gli è costato il calcio all’addome da parte dell’adulto. Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ha parlato di un episodio «raccapricciante» che provoca «indignazione e sconcerto», sottolineando come Cosenza sia «storicamente città di inclusione e accoglienza. Qualsiasi sia il motivo, se di natura razzista o di cieca follia – ha detto il sindaco – certamente si tratta di un gesto gravissimo che non può trovare alcuna giustificazione, né deve essere sottaciuto». Sulle tracce del responsabile dell’aggressione si sono subito posti gli agenti della sezione volanti della Questura di Cosenza alla quale la madre del piccolo ha formalizzato la denuncia. Gli investigatori hanno sentito la testimone e hanno acquisito le immagini delle tante telecamere di sicurezza presenti nella zona. È bastato poco, poi, ai poliziotti ad individuare ed identificare la coppia protagonista dell’aggressione e a denunciarla. Oggi la scoperta dei rapporti di parentela con il pentito.

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