• CRONACHE

Ex Moi Torino, si sgombrano le ultime due palazzine occupate

TORINO. È in corso la liberazione delle ultime due palazzine del Moi, l’ex villaggio olimpico di Torino da anni occupato da profughi e famiglie di migranti. Si tratta degli edifici dove abitano 350 persone perlopiù nordafricane. Quella di oggi è l’ultima tappa dello sgombero ‘dolce’ iniziato a novembre 2017: un progetto di ricollocazione dei migranti portato avanti da Prefettura, Questura e Comune di Torino insieme a Diocesi, Regione Piemonte e Compagnia di San Paolo. “Abbiamo riconsegnato l’area alla città con un anno di anticipo. Questo vuol dire che si poteva fare”, commenta l’assessore alla Sicurezza della Regione Piemonte, Fabrizio Ricca. “Il Moi sarà messo in sicurezza e in autunno dovrebbe partire il cantiere.

    L’obiettivo è creare un mix tra social housing, studentati, alloggi temporanei”, dice il vicesindaco di Torino Sonia Schellino. “Avanti con gli sgomberi e il ritorno alla legalità in tutta Italia, dopo anni di attese e silenzio” ha commentato il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Soprattutto, a non funzionare nell’ex Moi parto infelice delle Olimpiadi invernali 2006 celebrato e abbandonato a se stessop alla chiusura dell’evento sportivo, era stata la parziale chiusura di quegli spazi, perché le cancellate interne che dovevano precludere la nascita di dormitori e rifugi di fortuna erano durate appena una manciata di mesi. Forzate e manomesse, si sono dimostrate poco efficaci: lo confermano anche le recenti ispezioni della polizia, che hanno potuto constatare la ricomparsa di bivacchi e bazar, con la presenza costante di decine di migranti in condizioni igienico sanitarie spaventose. Questa volta le operazioni sono una fine definitiva definita. Una volta ricollocati gli abitanti, si procederà al trasporto di bombole e di tutti gli oggetti potenzialmente pericolosi ammassati negli scantinati. Più laboriosa sarà poi la ricollocazione degli ingombranti. Quei frigoriferi e gli altri elettrodomestici che dovranno essere sì raggiungibili dai proprietari, perché ad oggi rappresentano la loro unica fonte di reddito, ma lontano dal Moi. Saranno affidati alle cooperative che coinvolgeranno i migranti in laboratori: sarà anche un modo per fare emergere un lavoro fino ad ora volto in maniera del tutto abusiva. Soltanto dopo il completo svuotamento dei seminterrati, e il controllo di tutti gli impianti che raggiungono anche le palazzine non coinvolte nell’occupazione, sarà possibile procedere alla definitiva chiusura degli ingressi, seguendo il modello, ad esempio, di quanto già portato a termine in passato con lo sgombero della palazzina dei Somali.

Tags

Articoli correlati