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Felice Maniero torna in carcere per maltrattamenti alla compagna

BRESCIA. L’ex boss della Mala del Brenta Brenta Felice Maniero è stato arrestato a Brescia con l’accusa di maltrattamenti sulla compagna. “Faccia d’angelo”, così era chiamato, da tempo vive nella città lombarda con una nuova identità. L’ordinanza di custodia cautelare per «Faccia d’angelo», da sempre il soprannome di Maniero, è stata firmata giovedì dal gip di Brescia Luca Tringali e le manette sono scattate secondo il nuovo Codice rosso, la legge introdotta ad agosto e che garantisce un canale privilegiato per le donne che subiscono violenza. Ora è in cella a Bergamo. L’arresto è scattato ieri dopo la denuncia della donna e secondo le nuove regole del Codice rosso.

“Guardi, io sono stato condannato per 7 persone”, aveva raccontato Maniero un anno fa in una intervista trasmessa sul Nove. “La prima persona ammazzata è stato Ottavio Andrioli (un suo importante collaboratore, ndr). A noi del Brenta non aveva fatto niente, però voleva uccidere due dei mestrini, voleva ucciderli. E noi lo abbiamo anticipato… Eravamo in 4 e niente… abbiamo dato un calcio alla porta: era un festino di cocaina, erano in 7-8… Abbiamo visto Andrioli e gli abbiamo sparato”. È cambiato qualcosa in lei quando ha fatto l’esecuzione, aveva chiesto Saviano? “Non mi ha fatto niente perché erano le nostre regole queste. Tormenti dopo gli omicidi? No. No, perché in uno ho vendicato un mio caro amico, che mi sono sentito colpevole della sua uccisione. Forse Andrioli, forse, perché non m’aveva toccato a me. Però voleva ammazzare i miei compagni, per cui…”. Uno solo il rimorso: per la morte di Cristina Pavesi, la studentessa di 22 anni rimasta uccisa durante la rapina della Mala al vagone postale del treno Venezia-Milano il 13 dicembre 1990.


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