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Il nipote del boss cerca di infiltrarsi fra i “portatori” della Madonna, allontanato

SAN LUCA. Il nipote di un boss di ‘ndrangheta di Bagnara Calabra (Reggio Calabria), che fu arrestato nell’operazione “Crimine”, ha tentato di infiltrarsi tra i portatori della statua della Madonna di Polsi, durante la festa che si é svolta oggi, ma é stato subito individuato ed allontanato dai carabinieri impiegati nei servizi di ordine pubblico.  Il giovane ha tentato di approfittare della confusione provocata dall’elevato numero di fedeli accorsi al Santuario e di intrufolarsi tra i portatori, violando le prescrizioni imposte dagli organizzatori dei festeggiamenti e dalla Diocesi di Locri finalizzate ad evitare indebite intromissioni, ma é stato subito bloccato dai carabinieri e condotto nel presidio istituito dall’Arma proprio a Polsi.  

Nei suoi confronti, comunque, dopo i controlli di rito, non é stato adottato alcun provvedimento. Secondo i rilevamenti fatti dagli investigatori, gli esponenti delle cosche che erano presenti erano inferiori come numero rispetto agli scorsi anni e, in piu’, si è trattato di esponenti di secondo piano dell’organizzazione criminale. Un fatto che gli investigatori spiegano con gli arresti di affiliati alla ‘ndrangheta fatti negli ultimi tempi, e in particolare con l’operazione Crimine eseguita il 13 luglio scorso, e con una prudenza dei mafiosi legata alla massiccia presenza di forze dell’ordine, che hanno effettuato servizi di controllo molto accurati.

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