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Lamezia Terme, sciolto Consiglio comunale, infiltrazioni mafiose

LAMEZIA TERME. E’ arrivata la sentenza tanto attesa: il Consiglio di Stato (dopo l’udienza pubblica del 19 settembre scorso) ha confermato lo scioglimento del Comune di Lamezia Terme per mafia. Sono 37 le pagine scritte dai giudici, nelle quali spiccano gli elementi posti alla basae dello scioglimento. Si parla di “condizionamento evidente della criminalità, appalti gestiti  irregolarmente e disordine organizzativo e amministrativo”. Si tornerà alle urne il 10 novembre a Lamezia Terme per l’elezione del sindaco e del Consiglio comunale.

A stabilirlo è la sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato lo scioglimento degli organi amministrativi della città. L’udienza di merito, in seduta pubblica, si era svolta lo scorso 19 settembre.  I giudici di Palazzo Spada hanno accolto, infatti, il ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Catanzaro contro la sentenza del Tar dello scorso febbraio che aveva, temporaneamente, fatto tornare in carica l’ex sindaco Paolo Mascaro, del centrodestra, eletto nel giugno del 2015.  Il Comune di Lamezia Terme, al terzo scioglimento degli organi elettivi, sindaco e assemblea, per infiltrazioni mafiose, era stato commissariato nel 2017. In precedenza analoghi provvedimenti di commissariamento erano stati adottati nel 1991 e nel 2001. L’eventuale turno di ballottaggio si svolgerà il 24 novembre. Questo il commento a caldo dell’ormai ex sindaco Mascaro sulla sua pagina Facebook: “Non saranno ingiusti provvedimenti giudiziari a fermare il mio amore per Lamezia ed il mio desiderio di cambiare un sistema intrappolato da logiche perverse. Continuerò a combattere per far trionfare la giustizia, continuerò a combattere per difendere un territorio massacrato dall’ignavia e dalla codardia.
Continuerò comunque a credere nella giustizia ed a credere nella possibilità di trasformare un sistema ingiusto che calpesta democrazia e diritti. Oggi ancora di più.”

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