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Lampedusa, politici assenti ai funerali delle 13 donne morte nel naufragio

LAMPEDUSA. Duecento persone hanno assistito a Lampedusa al funerale celebrato dal parroco dell’isola Carmelo La Magra. Ad assistere all’ultimo saluto, anche alcuni dei 21 sopravvissuti che hanno pianto sulle 13 bare schierate davanti a un altare improvvisato, mentre il sacerdote si scusava con loro per “l’incapacità delle istituzioni di evitare tragedie come questa” e ribadiva che “Dio ha creato gli uomini liberi, liberi anche di andare dove desiderano”.

Quello di oggi doveva essere il giorno del cordoglio, ma è stato invece giorno della vergogna, come ribadisce l’organizzazione umanitaria “Sea Watch”: nessun politico si è infatti presentato alla “Casa della Fratellanza”. Non vi ha preso parte neppure il sindaco dell’Isola, Totò Martello, che considera una forzatura il funerale religioso: “Non sappiamo qual è il credo dei morti e con queste cose non si scherza. Sarebbe stato meglio una preghiera”.

Due superstiti del naufragio di domenica notte

“Sea Watch era presente sull’isola per le commemorazioni del 3 ottobre – precisa Giorgia Linardi, portavoce della ong, puntando il dito contro le istituzioni –. Siamo rimasti perché è successa un’altra tragedia. Siamo rimasti perché non è venuto nessun altro. Ieri abbiamo assistito alla chiusura delle bare insieme alle forze dell’ordine di Lampedusa che da anni lavorano con uomini e mezzi insufficienti”.

I corpi delle 13 vittime del naufragio erano stati ritrovati al largo di Lampedusa dopo il rovesciamento del barchino su cui viaggiavano. La più piccola delle vittime identificate aveva solo 12 anni.

Piero Abrate

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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