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Le cosche calabresi puntavano a “gestire” i parcheggi di Malpensa

MILANO. I tentacoli putridi della ‘ndrangheta tentano di inserirsi in ogni spazio vitale della società. Le cosche calabresi infatti puntavano ai parcheggi attorno all’aeroporto di Malpensa e alla costruzione di nuove attività commerciali in aree nei comuni adiacenti. E’ uno degli aspetti che emergono dall’inchiesta “Krimisa” che questa mattina ha portato all’arresto di 34 persone accusate a vario titolo di reati commessi con l’aggravante del metodo mafioso.

Il gip della procura di Milano ha disposto il sequestro di due parcheggi privati, “Malpensa Car Parking” e “Parking Volo Malpensa“, oltre a metà delle quote della società “Star Parkings“, che non si trovano nell’area aeroportuale. In totale il decreto ha consentito di sequestrare beni per un valore complessivo di 2 milioni di euro. I carabinieri sono riusciti a documentare summit criminali durante i quali, oltre alle questioni prettamente politiche, c’era anche la pianificazione imprenditoriale della cosca, i cui proventi erano investiti in parte nell’acquisto di ristoranti e di terreni per la costruzione di parcheggi poi collegati con navette all’aeroporto.

cosche calabresi malpensa
Le cosche calabresi puntavano a gestire i parcheggi di Malpensa.

L’inchiesta dei carabinieri mostra poi come la «locale» di Lonate Pozzolo, una volta assunto il controllo del territorio, venisse percepita dai cittadini come un organismo territoriale in grado di risolvere controversie: in piena provincia di Varese c’era chi andava a chiedere di picchiare il fidanzato sgradito della figlia, chi cercava protezione dall’incendio della propria autovettura, chi in un bar si vedeva imporre da chi andare a comprare il caffè (peraltro a esoso prezzo fuori mercato). E non soltanto i creditori preferivano rivolgersi al «mafioso» anziché percorrere le vie legali, ma persino due consiglieri comunali di Ferno si rivolgevano agli ‘ndranghetisti per evitare le pressioni estorsive di altri ‘ndranghetisti. La mediazione mafiosa non è però gratis, ovviamente, e produce non solo l’accreditamento dell’organizzazione criminale anche all’interno dell’amministrazione comunale, ma pure la promessa dei consiglieri comunali di future corsie preferenziali nella aggiudicazione del bando per la gestione dei campi sportivi comunali, schema che per i magistrati rappresenta «la più classica delle dinamiche di permeazione della criminalità organizzata nelle istituzioni».

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