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Niente servizi sociali ma semilibertà per Guede, in carcere per l’omicidio Meredith

PERUGIA. Il tribunale di Roma ha respinto l’istanza con la quale Rudy Guede (che sta scontando nel carcere di Viterbo 16 anni di reclusione per l’omicidio di Meredith Kercher a Perugia) ha chiesto di essere affidato ai servizi sociali. I giudici gli hanno però concesso la semilibertà, consentendogli di collaborare con il Centro studi criminologici di Viterbo per alcune ore al giorno rientrando in carcere la sera.  Rudy Guede venne arrestato pochi giorni dopo il delitto. Condannato con il rito abbreviato, attualmente il suo fine pena è previsto nei primi mesi del 2022. L’ivoriano ha già usufruito di diversi permessi premio grazie ai quali è anche tornato a Perugia ospite di una sua ex maestra delle elementari. Durante la detenzione si è laureato ed è stato poi ammesso al lavoro esterno. E’ infatti impegnato in un tirocinio presso una biblioteca. In carcere è rinchiuso in una cella del reparto semiliberi con altri detenuti comuni e non più nella sezione riservata a chi è stato condannato per le violenze sessuali. In un’intervista concessa nel 2016, Guede ha sostenuto di avere conosciuto Meredith ai primi di ottobre e di averla incontrata altre volte nei locali notturni perugini.

“La sera di Halloween – ha aggiunto – c’eravamo messi d’accordo per vederci il giorno dopo. Mi sono presentato a casa sua solo per questo motivo”. L’ivoriano ha parlato della Kercher come di “una ragazza seria, sapeva il fatto suo; quel carisma mi ha affascinato”. Guede ha quindi ripercorso quelle che sono state a suo avviso le fasi dell’omicidio. Ha detto di essere andato in bagno e di essersi messo ad ascoltare musica con le cuffiette, per poi sentire la voce della Knox (conosciuta in un locale dove l’americana lavorava) che discuteva con Kercher la quale si sarebbe lamentata in precedenza per una questione di soldi. “Ho riconosciuto – ha spiegato – la voce di Amanda al 101 per cento. Poi ho sentito un urlo fortissimo mentre ascoltavo l’i-pod a volume altissimo. Una voce straziante”. L’ivoriano ha anche parlato della presenza nella villetta di via della Pergola di un uomo del quale non ha fatto il nome. “Ci mancherebbe che non penso a questa opportunità…”: Rudy Guede ha risposto così a Franca Leosini che gli ha chiesto se ipotizzasse di ricorrere alla revisione del processo a suo carico per l’omicidio di Meredith Kercher. Lo ha fatto nell’intervista a Storie maledette su Rai3. Guede ha ribadito di non avere ucciso la studentessa inglese ma di avere il rammarico di non averla soccorsa dopo che era stata mortalmente ferita nella casa di via della Pergola. “Ho provato a spiegarlo ai giudici – ha detto – ma evidentemente non ci sono riuscito”. “Meredith – ha sottolineato Guede – deve avere ancora giustizia e qualcuno dovrebbe dargliela”. “Sto impiegando questi anni” in carcere “nel miglior modo possibile, cioè studiando, partecipando ai corsi, dando una mano a chi è in difficoltà, a chi non riceve mai visite. Mi sto laureando in Scienze storiche per la cooperazione internazionale e del territorio, Università di Roma Tre, dipartimento di Scienze umanisitiche. Il titolo della tesi è ‘Metodologia e fonti del racconto storico’, sul rapporto tra storia e mass media”. “Il mio futuro è nel mio Paese, che è l’Italia. Sono venuto via dalla Costa d’Avorio che avevo 5 anni e io voglio un futuro qui. L’Umbria è casa mia. Sicuramente ho voglia di viaggiare e conoscere nuovi popoli, ma le mie radici sono state piantate qui. Mi sento totalmente italiano”. 

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