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Notte d’inferno al Cpr di Torino: ferito un poliziotto, tre arresti

TORINO. Un ispettore di polizia ferito, tre persone arrestate. E’ il bilancio della rivolta scoppiata la notte scorsa al Cpr (centro di permanenza per il rimpatrio) di Torino. La terza in pochi giorni. Ma quella più intensa.
    L’agente, che ha riportato la frattura di due falangi con una prognosi di trenta giorni, racconta che ha dovuto fronteggiare per ore, insieme a cinque carabinieri, oltre 150 ‘ospiti’ della struttura, sotto una sassaiola fittissima. Solo l’arrivo di tre squadre del Reparto Mobile ha permesso di riportare la situazione sotto controllo. In carcere sono stati portati due marocchini e un tunisino di 24, 31 e 33 anni.  Il ministro dell’interno, Matteo Salvini, esprime “solidarietà al poliziotto e a tutte le forze dell’ordine.

“Solidarietà al poliziotto e a tutte le Forze dell’Ordine. Sono orgoglioso di aver inasprito le pene per chi attacca le donne e gli uomini in divisa e per aver fermato l’immigrazione clandestina. Se il Pd vuole riportarci indietro e ha nostalgia del business dell’invasione, lo dica chiaramente agli italiani!“, ha affermato il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “. L’ispettore, intanto, si è sfogato su Facebook: “Per un po’ non voglio sentire parlare di comprensione, integrazione ed accoglienza”.  Per il sindacato di polizia Siap la situazione al Cpr di Torino è aggravata dalla scarsità del personale. “Questa notte, per due ore, da solo e con un manipolo di Carabinieri (cinque), mi sono trovato a fronteggiare 158 ospiti (perché così vanno chiamati), sotto una sassaiola pericolosissima durata un tempo interminabile, fino all’arrivo provvidenziale di tre squadre del Reparto Mobile e del loro funzionario…». Lo scrive su Facebook il poliziotto rimasto ferito questa notte durante la rivolta al Cpr di Torino, in un post diffuso anche da altri utenti. «Questi Centri – prosegue – secondo il mio modesto parere, hanno utilità pari a zero perché si lavora in un contesto di pseudo detenzione dove l’Autorità pre-costituita viene continuamente messa in discussione, dove le nostre funzioni vengono derise, prese in giro e prese a sputi (e nel caso di specie non è una metafora), dove il controllo dell’ordine pubblico è diventato una chimera impostato essenzialmente sull’opera di mediazione dei singoli ispettori impiegati di turno a rotazione, ma tutto ciò non può quasi mai trovare riscontro quando la controparte con la quale ti confronti è rappresentata da extracomunitari provocatori pluripregiudicati che aspettano mesi per essere rimpatriati, e nemmeno sempre”.

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