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Omaggio ai due agenti uccisi: sirene all’Altare della Patria

ROMA. Decine di auto della polizia a sirene spiegate davanti l’Altare della Patria hanno reso omaggio questa sera ai due agenti uccisi durante una sparatoria nella Questura di Trieste. Le volanti si sono ritrovate davanti al Milite Ignoto, con i poliziotti all’esterno delle auto per ricordare i colleghi assassinati a Trieste da un dominicano. Numerosi i romani e turisti che si sono fermati per immortalare il momento. Oggi giorno di lutto cittadino a Trieste, i palazzi delle istituzioni saranno listati a lutto. Stando a quanto emerso, l’omicida avrebbe sottratto due pistole agli agenti e poi avrebbe aperto il fuoco.

Ma anche in questa situazione c’è chi non rinuncia alla polemica, dichiarazioni che inevitabilmente fanno discutere, e colpiscono come le parole di Chef Rubio, “Inammissibile che un ladro riesca a disarmare un agente. Le colpe di questa ennesima tragedia evitabile risiedono nei vertici di un sistema stantio, che manda a morire giovani impreparati fisicamente e psicologicamente: io non mi sento sicuro in mano vostra”. Non meravigliano le dichiarazioni  di vicinanza ai caduti della Polizia da parte di esponenti della sinistra, pronti normalmente a condannare l’operato delle Forze dell’ordine e a giustificare o sminuire le gesta migranti, uno dei quali è stato autore della strage di Trieste. Proprio quei migranti che la Boldrini, e non solo, da sempre definisce le nostre risorse, quelli che ci pagano le pensioni. E proprio Laura Boldrini (pd) ha immediatamente dichiarato sui social il proprio cordoglio: «Una tragedia terribile che lascia senza parole. Vicina alle famiglie e ai colleghi dei due agenti dipolizia uccisi oggi a Trieste». Venendo sepolta da critiche e offese, ma anche confortata dal sostegno di alcuni suoi followers.

“Sconcerto e dolore per quanto accaduto a Trieste”. Lo scrive Matteo Salvini su Facebook. “Da italiano, una preghiera per i due agenti uccisi e un abbraccio alle loro famiglie. Sempre e comunque dalla parte delle nostre Forze dell’Ordine. Per gli assassini, nessuna pietà”. Gli assassini marciscano in galera. La gente è sconvolta e lo chiede a gran voce. «I poliziotti devono rendersi conto che siamo in guerra. C’è questa gentaglia in giro e dobbiamo aumentare le risorse a disposizione». A dirlo è il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza all’emittente locale Telequattro. “Ho deciso – ha detto il sindaco – di proclamare il lutto cittadino. Io mi trovavo davanti al luogo in cui stava scappando lo sparatore, all’esterno della questura. Poi mi sono allontanato per evitare di dare l’impressione di approfittare del mio ruolo per stare sulla scena del crimine”. Agghiaccianti le testimonianze di quanto accaduto. «Ho sentito sei spari e mi sono chiusa dentro il negozio. Poi i poliziotti urlavano mani in alto e faccia a terra e ho sentito altri spari».

Questa la testimonianza raccolta dall’Adnkronos sulla sparatoria avvenuta davanti alla Questura di Trieste. A parlare è la titolare di un’erboristeria che si trova a pochi metri dalla Questura. “Ho aspettato dieci minuti e mi sono affacciata:ho visto una persona a terra- racconta ancora la donna – con una pistola accanto e tre poliziotti che entravano di corsa in questura alla ricerca di un altro uomo. Ferma in mezzo alla strada un’auto aperta. Poi siamo dovuti rientrare, mentre sul posto sono arrivate tre ambulanze. Ora è tutto transennato”. Un sentimento condiviso da tutti, o almeno molti, di vicinanza alla Polizia e alle Forze dell’ Ordine.

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