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Operazione “buche d’oro” in manette tecnici dell’ Anas e imprenditori

CATANIA. Nemmeno il tempo per la Sicilia di conquistare il primato delle tangenti certificato dall’Autorità nazionale anticorruzione, che un’altra indagine porta un nuovo vorticoso giro di mazzette sui lavori pubblici.  Militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Catania, su delega della locale Procura distrettuale, stanno eseguendo un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di funzionari dell’Anas dell’area compartimentale etnea e di imprenditori di Palermo, Caltanissetta e Agrigento. Nei loro confronti il gip ha emesso un provvedimento cautelare in carcere e agli arresti domiciliari che ipotizza reati di corruzione in concorso commessi nell’esecuzione dei lavori di rifacimento di strade statali della Sicilia orientale e centrale.  

L’inchiesta rappresenta il primo sviluppo di una più vasta indagine, denominata ‘Operazione buche d’oro’, che, sottolinea la Procura distrettuale, sta “portando alla luce rodati meccanismi corruttivi” all’interno dell’Anas di Catania. La più ampia indagine è finalizzata a individuare gli appalti pubblici oggetto di dazioni di denaro in contanti operate da imprese affidatarie corruttrici, le quali eseguendo le opere assegnate loro senza rispettare i capitolati tecnici traevano un profitto criminale (anche fino al 20% del valore dei lavori appaltati) condividendolo con i funzionari corrotti dell’A.N.A.S. preposti ai controlli di sicurezza della fase esecutiva e al corretto stato di avanzamento dei lavori (S.A.L.).

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