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Pattuglie italo-slovene per contrastare la rotta balcanica dei migranti

LUBIANA. Oltre quello marittimo è il fronte, il passaggio a nord ovest per le migrazioni. Parte da oggi il pattugliamento congiunto delle forze di polizia italiane e slovene al confine tra i due Paesi, con l’obiettivo principale di contrastare l’immigrazione irregolare, che lungo la rotta balcanica ha ripreso vigore negli ultimi mesi. A Lipizza, piccola località presso Sesana a ridosso della frontiera con l’Italia, è in corso una conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, alla presenza delle autorità di polizia dei due Paesi. Il pattugliamento avverrà sulla base dell’accordo tra i due governi sulla cooperazione transfrontaliera e il protocollo di attuazione sull’esecuzione di pattuglie miste lungo il confine condiviso. Dall’inizio di quest’ anno la Slovenia ha rimandato in Croazia oltre 1.500 migranti illegali e il ministero degli Interni di Lubiana prevede per i prossimi mesi un nuovo massiccio flusso di migranti, ora concentrati lungo il confine tra la Bosnia e la Croazia.

Lo hanno riportato il 4 maggio i media croati che citano fonti della polizia slovena. Fino alla fine di aprile la polizia slovena ha fermato 2.585 migranti illegali, rispetto ai 1.185 fermi registratisi nello stesso periodo dell’anno scorso. Di questi, 1.503 sono stati finora respinti in Croazia, in base alle leggi internazionali. Secondo stime della polizia attualmente circa 4-5 mila migranti clandestini si trovano lungo la rotta balcanica, in maggioranza in Bosnia, in attesa di raggiungere l’Europa occidentale. A differenza del grande flusso avvenuto tra il 2015 e il 2016, quando si trattava di persone provenienti dalla Turchia in prevalenza di nazionalità siriana, irachena e afghana ora i clandestini sono in maggioranza pachistani, algerini e marocchini.

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