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Ponte Morandi, il cantiere per la ricostruzione non si ferma

GENOVA. La città ha voglia di ricomciare, di futuro. Subito dopo la demolizione delle pile del ponte Morandi prosegue incessante il lavoro per la ricostruzione del viadotto. Si sono svolte a Genova le operazioni per lo sbarco dei primi nove pezzi del nuovo impalcato sulla banchina messa a disposizione da Ansaldo Energia grazie anche alla collaborazione con Accelor Mittal.  I primi impalcati sono arrivati nei giorni scorsi dallo stabilimento Fincantieri di Castellamare di Stabia. L’arrivo di tutti i pezzi del nuovo viadotto si concluderà a settembre con 60 trasporti eccezionali. Oggi per mezzo di speciali carrelli i manufatti sono stati trasbordati da una chiatta alla banchina Polcevera. Lunedì raggiungeranno il cantiere del nuovo ponte. “Se non ci sarà qualche burocrate che rallenta penso che a Genova finiranno anche prima del previsto, magari spendendo anche meno del previsto”.

Sono state queste le parole del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, poche ore dopo la demolizione del Ponte Morandi. Secondo quanto preventivato, i lavori di cantiere, iniziati già prima dell’implosione delle pile 10 e 11, dovrebbero essere ultimati nel mese di ottobre del 2019. In quel mese, esattamente il 9 ottobre, è prevista la causa sul ricorso di Autostrade per l’Italia, con le richieste di annullamento del decreto del 4 ottobre 2018 con cui la presidenza del Consiglio dei ministri ha nominato Marco Bucci commissario per la ricostruzione del Ponte Morandi. Un’altra importante tappa nel processo di ricostruzione del ponte è quella prevista per il mese di dicembre 2019. Entro quel periodo, infatti, le società incaricate del progetto pensano di riuscire a consegnare l’impalcato di cui sarà costituito il ponte. Si tratta di una struttura in acciaio, con una travata continua di lunghezza totale pari a 1100 metri, costituita da 20 campate. “Il progetto – hanno spiegato Salini Impregilo e Fincantieri – prevede pile in cemento armato di sezione ellittica posizionate con un passo costante di 50 metri, ad eccezione della campata sul torrente Polcevera e di quella sulle linee ferroviarie, dove l’interasse passa da 50 a 100 metri”. L’ultima e definitiva tappa del processo di ricostruzione è l’inaugurazione. L’evento è previsto per la primavera del 2020. La novità principale è che non si chiamerà più ponte Morandi. La linea sarà semplice e pulita, ispirata ad una nave ormeggiata, non ci saranno i tiranti e la carreggiata sarà larga dai 24 ai 26 metri, mentre sono stati progettati 22 piloni che lo sorreggeranno. Il ponte sarà illuminato da 43 lampioni, uno per ciascuna vittima del disastro avvenuto nel 2018: saranno 43 vele di luce. Diciotto, invece, i pilastri che visti frontalmente ricorderanno la prua di una nave. Il progetto è stato ideato di Renzo Piano, che supervisionerà l’operazione.

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