TORINO. Attraverso voli internazionali le vittime di questa storia, venivano “spostate” dall’Asia in Europa, avendo Torino come centrale di smistamento. La tratta degli asiatici è stata scoperta dall’Arma dei carabinieri di Torino nel corso di un’indagine che ha avuto il suo epilogo poche ore fa. Gli incriminati di questa vicenda sono Zahid Hussain, pakistano residente a Racconigi (Cn), di cui non si hanno al momento tracce, Ahmed Minisar, ufficialmente residente a Torino, ora in Norvegia, e l’indiano Anoop Singh, oltre al coinvolgimento di un italiano, l’avvocato Luca Schera, difensore in passato del primo imam espulso dall’Italia, oggi accusato di brogli per favorire alcuni immigrati senza diritto a restare in Italia. L’organizzazione criminale gestiva da Torino un traffico di esseri umani proveniente da Bangladesh, India, e Pakistan, diretto anche in Europa, e in città si avvaleva dell’appoggio di altri gruppi per falsificare i documenti dei clandestini. Intercettati dai carabinieri, i criminali organizzavano i “viaggi”, utilizzando anche la frontiera di Ventimiglia. Al momento sono cinque gli indagati, e quattro le persone arrestate.
I clandestini pagavano per emigrare tra i 400 e gli 8mila euro. Tutto ha inizio da un certo Sing, di origine indiana, che lo scorso maggio chiama il connazionale Kahn, usando un linguaggio in codice che parla di “roba”, esseri umani, che in Italia sarebbero arrivati attraverso la Francia. Si trattava di bambini accompagnati da donne, spacciate per madri, che, con documenti falsi stampati e ritrovati a Bergamo, giungevano da posti come la Croazia, o la Polonia, se il passaggio da Ventimiglia risultava più difficoltoso da utilizzare. In questa tratta, scoperta in circa due anni di indagini- coordinate dal pm Chiara Maina – dai carabinieri con a capo il comandante provinciale di Torino Francesco Rizzo, non si conoscono ancora tutti i numeri degli esseri umani coinvolti, e nemmeno le nazioni implicate.
