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Scossa di magnitudo 2.8 vicino Napoli. L’Italia dei terremoti

Pozzuoli è stato l’epicentro della scossa di terremoto di magnitudo 2.8 registrata vicino Napoli poco dopo l’una di questa mattina. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) l’ha rilevata a sei chilometri da Pozzuoli, dove la terra trema ancora. I cittadini hanno avvertito un forte boato e poi la scossa. Il sisma, con ipocentro a soli due chilometri di profondità, è stato percepito intensamente anche a Pianura, Quarto, Fuorigrotta, e Vomero. Al momento non si segnalano danni a persone o cose. L’Ingv segnala anche una scossa di magnitudo 2.7 alle ore 3.20 di questa mattina sulla costa siciliana centro settentrionale (Palermo), e alle 3.35 a quattro chilometri da Amatrice, in provincia di Rieti, di magnitudo 2.0.

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Secondo l’Ingv la mappa dei terremoti italiani a partire dall’anno 1000, rileva che tali fenomeni si ripetono spesso in zone già colpite in passato. Gli eventi storici più forti si sono verificati in Sicilia, nelle Alpi orientali, e lungo gli Appennini centro-meridionali, dall’Abruzzo alla Calabria, oltre a importanti terremoti sull’Appennino centro-settentrionale, e nel Gargano. Dal 1900 si sono verificati numerosi terremoti molto forti, di magnitudo attorno a 6.0, alcuni dei quali catastrofici, ad esempio quello che nel 1908 distrusse Messina e Reggio Calabria, e poi in Irpinia, all’Aquila, e ad Amatrice tra i più recenti. I terremoti avvengono nella parte più superficiale della Terra, e le rocce che formano la crosta e il mantello superiore subiscono continuamente giganteschi sforzi, risultato di lenti movimenti tra le grandi placche in cui è suddiviso lo strato più superficiale della Pianeta. Questi movimenti, prodotti dai moti del mantello, spingono e trascinano le placche generando sforzi massimi vicino ai confini tra le placche stesse, come in Italia e in tutto il Mediterraneo.

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