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Sequestrata parte dello stadio Mazza. Spal e Comune parti lese

FERRARA. Brutta tegola per la Spal (Società Polisportiva Ars et Labor) e per il Comune di Ferrara. La Guardia di finanza ha sequestrato una parte dello stadio comunale ‘Paolo Mazza’ di Ferrara: la copertura della tribune nord, la struttura gradinata e la copertura della tribuna est. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura ferrarese nell’ambito di un’inchiesta con otto indagati per falso ideologico e frode in pubbliche forniture. Con riferimento alle norme antisismiche, sarebbero emerse presunte irregolarità nelle esecuzioni dei lavori di ampliamento fatti nel 2018, decisi dopo la permanenza in A della Spal.  Le analisi preliminari di un consulente tecnico del Pm hanno evidenziato, tra l’altro, come l’abbassamento massimo rilevato in sede di collaudo a seguito delle prove di carico e l’abbassamento residuo allo scarico risultino superiori rispetto a quelli teoricamente previsti. Gli indagati sono il direttore dei lavori, i collaudatori e imprenditori che hanno seguito la vicenda, mentre Spal e Comune di Ferrara, specificano le Fiamme Gialle, sono parte lesa.

Dopo alcuni mesi dall’ultimazione dei lavori, una delle imprese subappaltatrici coinvolta nell’esecuzione delle opere ha inviato alla Spal, alla Prefettura, alla Questura, al Coni e al Comune di Ferrara, una diffida all’utilizzo delle strutture poiché sussisterebbero “criticità severe nella esecuzione delle procedure di montaggio tali da esporre gli spettatori a pericoli reali e sussistenti”. Le successive investigazioni delegate al Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, volte a valutare l’effettiva conformità delle strutture relative alla copertura Gradinata Nord e struttura e copertura Gradinata Est alla normativa di legge e di regolamento, con particolare riferimento alla normativa antisismica, hanno evidenziato presunte irregolarità nell’esecuzione dei lavori (circostanze sulle quali – assicura il comando della GdF) verranno effettuati i necessari approfondimenti). In particolare, il provvedimento dell’autorità giudiziaria si basa sulle preliminari analisi del consulente tecnico del pubblico ministero incaricato del caso, che, tra l’altro, ha evidenziato che l’abbassamento massimo rilevato in sede di collaudo a seguito delle prove di carico e l’abbassamento residuo allo scarico risultano superiori rispetto a quelli teoricamente previsti. I reati ipotizzati, a vario titolo, nei confronti delle otto persone indagate, direttore dei lavori, collaudatori e imprenditori che hanno eseguito i lavori, sono il falso ideologico e la frode in pubbliche forniture. Sono 60 i militari impiegati che stanno svolgendo una serie di perquisizioni a Ferrara, Bologna, Modena, Treviso, Arezzo, Campobasso, Taranto e Rovigo presso locali di professionisti e imprese che hanno lavorato per la realizzazione delle opere.

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