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The show must go on: i lavoratori dello spettacolo in ginocchio

Lo spettacolo deve andare avanti ma i lavoratori dello spettacolo sono in ginocchio e questa volta non è una recita.

Sì, non possiamo fare a meno dello spettacolo, in tutte le sue forme, a partire dall’opera lirica rappresentata nei grandi Teatri, agli spettacoli di burattini, mimo che interessano i più piccoli. Siamo stati defraudati dall’aiuto più divertente che si possa avere dall’arte, lo spettacolo in tutte le sue infinite variazioni.

Ci siamo abituati a non andare al cinema ed abbiamo sostituito con i film a casa anche se la differenza col grande schermo è decisamente notevole. Abbiamo pure smesso di andare ai concerti, che la musica l’abbiamo potuta sentire comunque, ma la differenza nel vederla dal vivo e cantare e spellarsi le mani…

Quelle sere nei locali ad ascoltare jazz o qualsiasi altro genere musicale, con il cuore a mille per l’emozione non siamo riusciti a riprodurle se non rivedendo/ascoltando video fino allo sfinimento.

I teatri con i loro spettacoli teatrali, comici, in pratica un anno e mezzo senza tutto questo con una perdita che ha fatto molto male a noi che non ne abbiamo goduto e malissimo a chi di spettacoli ci campa.

Il governo aveva annunciato la fase 2 per lo spettacolo: ma è davvero ripartito il settore?

Il 30 aprile di quest’anno c’è stata la conferenza stampa dell’AGIS per discutere varie proposte per far ripartire il settore dello Spettacolo dal Vivo. Il ministro Franceschini aveva annunciato la fase 2 per lo spettacolo con il proposito di far ripartire tutto ma ancora adesso non sembra sia successo.

Perché il teatro non è solo garantire divertimento agli spettatori, c’è soprattutto bisogno di tutelare i lavoratori. Purtroppo, ad ora, si può solo ipotizzare una ripresa, che non può avvenire magicamente, senza aiuti da parte dello Stato, senza quella praticità necessaria per dare la forza a chi nello spettacolo ci lavora duramente.

Non pensiamo solo ai grandi attori, ballerini, cantanti, musicisti, ma a tutti quegli attori, comici, danzatori, musicisti, autori meno conosciuti ed alle migliaia di tecnici e all’infinito indotto che ruota intorno. Gente che deve portare a casa la pagnotta e la maggior parte tra noi pensa non lavori seriamente, perché il fatto di allietare il prossimo, quindi di divertirsi fa dimenticare il duro lavoro che sta dietro.

La pandemia ha bloccato tutto, è vero, l’economia mondiale ne sta pagando il conto carissimo ma anche e soprattutto gli operatori del mondo dello spettacolo sono realmente in ginocchio.

Lavoratori spettacolo
I lavoratori dello spettacolo in piazza Duomo a Milano l’11 ottobre 2020 (Twitter)

Cosa ha fatto per loro lo Stato?

Sono stati stanziati 32 milioni di euro dal Mibact, e qualche Bonus per i lavoratori nello Spettacolo, ma come sappiamo anche per questa categoria non sono stati sufficienti per garantirne la sopravvivenza. Così una grande quantità tra loro ha dovuto abbandonare il proprio lavoro e cercarne un altro, che di questi tempi non è cosa semplice.

Ci auguriamo che con grande fatica e ulteriori sacrifici si riesca ancora a gioire di questo mondo sfavillante, poliedrico e pirotecnico.

Abbiamo tutti una gran voglia di partecipare a qualche spettacolo live, per poter gioire nella condivisione di un’arte antica, importante e necessaria, perchè come disse Alphonse de Lamartine Ammiriamo il mondo attraverso le cose che amiamo. I poeti cercano l’ispirazione lontano, mentre essa è nel cuore. Lo spettacolo è nello spettatore.

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Cristina Baron

Nata a Brescia, a 18 anni mi sono trasferita a Londra per un periodo. Al ritorno ho conseguito a Milano la laurea in Scienze Politiche con indirizzo internazionale pubblicistico. Vivo a Torino da 30 anni ed ho un figlio. Mi sono sempre occupata di scrittura anche ricoprendo ruoli imprenditoriali. Ho scritto e pubblicato due romanzi e ne ho altri nel cassetto. Il mio lavoro, la mia vita sono da sempre accompagnati da incessante curiosità ed inguaribile passione.

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