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Versilia, bimbo di 4 anni resta senza regalo per Natale: per le maestre è stato cattivo

Una storia che ha del paradossale quella accaduta in Versilia, dove in una scuola materna Babbo Natale è passato per tutti tranne che per Giovanni che nonostante la sua tenera età 4 anni, è stato punito dalle insegnanti, che lo hanno privato del pacchettino di fine anno, perché ritenuto immeritevole del dono e della visita di Babbo Natale, in quanto troppo esuberante per meritarlo.

Se non fosse che la notizia è stata riportata su più quotidiani stenterei a credere a quanto letto e sarei più propensa a sperare in una fake news. Possono davvero delle educatrici arrivare a tanto per insegnare la disciplina ad un bimbo, che ripetiamo, perché forse il dettaglio è sfuggito alle stesse insegnanti, a soli 4 anni?

Un bambino, che come tutti i piccoletti, credono ancora nell’uomo buono dalla barba bianca e dal cappello rosso che capitanato dalle sue renne consegna i regali ai bimbi di tutto il mondo e che con gli occhi lucidi ha dovuto fare i conti con l’amara sorpresa ‘Babbo Natale non porta i doni ai bimbi cattivi’, se sarai buono, le hanno detto le maestre fiere del loro operato e della punizione esemplare, lo riceverai a gennaio.

bimbo senza regalo
(Pexels)

Giovanni torna a casa piangendo, la mamma chiama la scuola ed ha la conferma: non è stato buono, il regalo lo avrà a gennaio

Giovanni, nome di fantasia, è costretto a subire l’umiliazione di vedere tutti i suoi amichetti scartare il regalino e con gli occhioni lucidi a stare in un angolo a mani vuote, perché immeritevole del dono offerto solo ai più buoni.

Il bimbo in lacrime esce dall’asilo e racconta tutto alla mamma, che incredula – di primo acchito lo sarei stata anch’io avendo una bimba della stessa età del povero Giovanni – decide di andare a fondo e di chiamare la scuola per avere, o almeno sperava, la conferma di un fraintendimento e di un errore.

Invece è la mamma stessa a scoprire che il bimbo ha raccontato per filo e per segno il fatto increscioso che gli è capitato con dovizia di particolari nonostante la tenera età, anzi una maestra al telefono avrebbe rincarato la dose, spiegando alla mamma «Babbo Natale non è passato dovrà aspettare l’anno prossimo», per poi spiegare che il tutto è stato determinato dall’eccessiva esuberanza del figlio che dunque meritava, ha fatto intendere nemmeno troppo velatamente, una ‘punizione esemplare’.

bimbo senza regalo
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Versilia, bimbo di 4 anni senza regalo di Natale: le motivazioni delle maestre: troppo esuberante, serviva una punizione

La madre non si è certo fermata alle assurde motivazioni fornite dall’istituto – e al suo posto avrei fatto esattamente lo stesso – anzi pubblica la vicenda sui social e la notizia in poco tempo diventa virale, e raccoglie moltissimi commenti di indignazione ai danni delle insegnanti e della scuola che utilizza metodi educativi certamente singolari e poco ortodossi, nonché tanti messaggi di consolazione per il piccolo protagonista di questa storia davvero particolare.

La mamma dalla sua ha fatto sapere che ritirerà dall’asilo il proprio bambino, rimasto inizialmente scioccato dall’accaduto, in quanto utilizza metodi educativi che sono assolutamente discutibili oltre ad arrecare danni psicologici a bambini in fase di sviluppo.

La storia è stata ripresa anche su Il Tirreno, la preside della scuola della Versilia, ignara dell’accaduto, si è prontamente scusata con i genitori del bambino ed ha richiesto un colloquio per porre personalmente le proprie scuse alla famiglia. Ma un fatto di tale gravità non poteva certamente passare inosservato tant’è che il provveditore di Lucca, Donatella Buonriposi, ha fatto sapere di aver disposto l’apertura di un’indagine interna e non ha escluso un provvedimento disciplinare contro le maestre.

bimbo senza regalo

Considerazioni personali e speranze per il futuro

Dalla mia mi auguro di cuore queste maestre abbiano una ‘bella lavata di capo ’, perché se proprio di ‘cattiveria’ dobbiamo parlare, non è stato certo Giovanni, bambino magari vivace ed esuberante, ad avere peccato di cattiveria, ma le maestre stesse. Loro sì che, a mio avviso se penso a come avrebbe potuto reagire mia figlia, si sono macchiate davvero di una cattiveria senza senso nei confronti di un bambino che aspettava con gioia il Natale ed il suo pacchetto e si è trovato con il nulla, da solo mentre tutti gli altri intorno a lui gioivano dell’arrivo di Babbo Natale.

Possono delle maestre, mi chiedo basita, che avrebbero il compito di spiegare, per quanto possibile, a dei bambini in fase di sviluppo cognitivo cose è più corretto fare per stare in comunità e crescere nel rispetto di tutti, mancare per prime loro stesse di portare rispetto, per giunta ad un bimbo così piccolo? Quale lo scopo di un simile atto, mi chiedo da mamma, il bambino avrà forse imparato a divenire più buono o si sarà sentito solo umiliato e ferito dal non aver ricevuto il suo sospirato regalo?

Le maestre speriamo riescano a spiegare, dalla loro, quale pedagogia hanno adottato nei confronti di Giovanni e soprattutto in quale manuale di scienze dell’educazione abbiano scorto tali linee guida per spiegare l’educazione ad un bambino di appena, lo ricordiamo, 4 anni.

Per fortuna i bambini, a dispetto degli adulti sanno anche perdonare con più facilità chi ha fatto loro del male, e riescono, con la purezza d’animo che li contraddistingue, a gettarsi più facilmente tutto alle spalle. Speriamo che anche Giovanni ci sia riuscito avendo avuto la conferma la sera del 24 a mezzanotte che Babbo Natale non si è affatto scordato di lui nemmeno quest’anno perché grazie a Dio, permettetemi, l’esuberanza e la vivacità non fanno di certo un bimbo ‘cattivo’, ma al più identificano una fase della vita. Sarebbe ben grave se per essere considerato ‘buono’ un bimbo dovesse restare immobile e non vivere i propri 4 anni.

In conclusione opterei per una frase molto bella che racchiude il messaggio lanciato da una società Boboto che si occupa di progetti nel campo dell’educazione il cui motto per raccontare la bellezza della vivacità di un bimbo è “Se dovevo stare fermo nascevo albero’.

La missione della società, che parte dalla considerazione che dopo più di 100 anni, è ancora indiscussa, a livello internazionale, la portata innovativa della visione didattica di Maria Montessori, è quella di promuovere l’educazione come processo continuo di apprendimento. L’obiettivo, si legge sulla pagina Facebook del gruppo, dei nostri progetti è quello di guidare i bambini e le bambine al pieno sviluppo delle loro potenzialità e di guidare gli adulti alla comprensione che ogni bambino e bambina racchiudono in sé una ricchezza che va custodita ed alimentata, al fine di formare dei cittadini attivi, felici e responsabili, ecco forse questi sono gli obiettivi che dovrebbero essere ricordati in primis a quelle maestre affinché evitino di fare altri ‘danni’.

Erica Venditti

Erica Venditti

Erica Venditti, classe 1981, dal 2015 giornalista pubblicista. Dall'aprile 2012 ho conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.

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