• IL SANTO DEL GIORNO

21 settembre: San Gelasio I, papa del V secolo

Strenuo difensore della fede e tenace maestro di dottrina. Gelasio è oriundo dell’Africa romana ma romano di spirito. Sale al soglio pontificio il 1° marzo 492, proprio mentre in Italia sta cambiando la dominazione straniera: Teodorico infatti inaugura – con la strage d’Odoacre e della sua famiglia – il suo regno, che sarà trentennale.

Oltre che dalla peste e dalla fame, in quegli anni Roma è scossa anche da un fenomeno – e relativa polemica – stravagante. In pratica, ai piedi del Palatino si apre ancora la buia caverna che la leggenda identifica come il luogo di Romolo e Remo allattati dalla lupa: la festività dei lupercali che si celebra ogni anno in onore dell’allattamento di Romolo e Remo degenera sempre più, fino a diventare delle vere e proprie orge. Già i predecessori di Gelasio hanno protestato contro quest’ultima superstizione pagana, ma inutilmente. Invece la plebe, ma sostenuta anche da alcuni senatori, sostiene che le catastrofi capitate a Roma sono dovute all’abbandono del vecchio culto propiziatorio. Ma ecco che Gelasio ha successo dove nessun Papa è riuscito prima: con dottrina e con precisione scrive un imponente e inattaccabile trattato contro quella cre­denza, condannando totalmente le pratiche immorali. Dopo questa iniziativa, non ci sono più segni di costumanze pagane.

La stessa fermezza il pontefice la dimostra con gli imperatori e i patriarchi orientali nella questione dello scisma di Acacio e contro l’Enotico. Mantiene rap­porti collaborativi con Teodorico e con gli Imperatori d’Oriente, partendo però dal presupposto indiscutibile del primato romano. In una lettera all’imperatore Anastasio I pone inequivocabilmente la distinzione dei due poteri di origine divina: l’autorità dei Papi e quella dei Re, indipendenti ciascuna nel proprio ambito, però, sottolinea Gelasio I, la supremazia assoluta spetta a colui che Cristo ha messo a capo di tutto e tutti, riconosciuto come tale dalla Chiesa.

Gelasio nei suoi quattro anni di pontificato indebolisce e annulla gli ultimi residui del paganesimo, smorza definitivamente il mani­cheismo in Roma e il pelagianesimo tornato qua e là, nel Piceno e in Dalmazia. Scrive sei trattati teologici contro il monofisismo e lo stesso pelagianesimo, e poi molte lettere. I suoi formulari liturgici sono l’origine del «Sacramentario gelasiano», e vari suoi principi in materia ecclesiastica diventeranno punti fermi del Diritto canonico, e saranno anche inseriti nella costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II.

Dopo la sua morte viene sepolto nella Basilica di San Pietro. 

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Alessio Yandusheff-Rumiantseff

Sacerdote cattolico, nato a San Pietroburgo nel 1973, attualmente vive a Roma dove svolge il suo servizio pastorale ed accademico. Dottore in Teologia e professore. Ha compiuto gli studi in genetica a San Pietroburgo, in filosofia in Liechtenstein e in teologia alla Pontificia Università Lateranense e alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. È cappellano della Facoltà di Economia dell'Università La Sapienza. Collabora con le riviste teologico-filosofico-storiche "Traditio viva" e "Folia petropolitana" in qualità di redattore e traduttore.

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