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Dai mari ai ghiacciai: le microplastiche hanno contaminato lo Stelvio

MILANO. Sono state ritrovate 75 particelle di microplastica in ogni chilo di sedimento sul Ghiacciaio di Forni nel Parco Nazionale dello Stelvio: l’annuncio è arrivato da parte di un gruppo di ricercatori dell’università Statale di Milano e di Milano-Bicocca. Il ritrovamento è stato presentato ieri a Vienna, in occasione della conferenza internazionale dell’European Geosciences Union. Così come nei mari, anche in vetta poliestere, poliammide, polietilene, e polipropilene hanno contaminato la montagna.«Sebbene non sia affatto sorprendente aver riscontrato microplastiche nel sedimento sopraglaciale, estrapolando questi dati, pur con le dovute cautele, abbiamo stimato che la lingua del Ghiacciaio dei Forni, uno dei più importanti apparati glaciali italiani, potrebbe contenere da centotrentuno a centosessantadue milioni di particelle di plastica», affermano i ricercatori.

particelle di microplastica

Il gruppo di studiosi formato dalla professoressa Guglielmina Diolaiuti, dal professor Roberto Ambrosini, e dai dottori Roberto Sergio Azzoni e Marco Parolini del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali, insieme con i ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca (professor Andrea Franzetti e dottoressa Francesca Pittino spiegano che l’origine delle particelle in questione potrebbe essere sia dovuta all’usura di abbigliamento e attrezzatura degli alpinisti ed escursionisti, sia al loro trasporto attraverso masse d’aria. Grazie a questa ricerca abbiamo ora la conferma della presenza delle microplastiche sui ghiacciai. Futuri studi investigheranno gli aspetti biologici legati alla loro presenza sui ghiacciai. Verranno infatti indagati i processi microbiologici di degradazione della plastica e il potenziale bioaccumulo delle particelle nella catena trofica. Verrà inoltre studiato l’assorbimento di altri contaminanti. È ormai noto che i ghiacciai non sono ambienti incontaminati, ma immagazzinano diversi inquinanti di origine antropica rilasciati nell’atmosfera, e le microplastiche potrebbero fornire un substrato dove queste sostanze possono accumularsi, dichiara il professor Andrea Franzetti.


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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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