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Come prendersi cura dell’olivo: significato e prodotti

L’olivo è noto altresì nella cultura popolare con i nomi ulivo, olivastro, olivastro, ogliastro e molti altri ancora di matrice regionale e locale.

Si tratta di un arbusto sempreverde, decisamente longevo: ne sono testimonianza gli olivastri millenari di Luras, tra i più antichi del mondo, visitabili in Sardegna; distano circa mezz’ora dal porto di Olbia e vale assolutamente la pena vederli, anche per rendersi conto della bellezza di questa pianta così diffusa nel Mediterraneo e originaria dell’Asia.

L’ulivo ha diversi significati che ne celebrano la bellezza e le proprietà: non a caso ha trovato fin dall’antichità un uso e una diffusione considerevole in ambito religioso. Nella Genesi, ad esempio, c’è un’immagine tra le più iconiche che lo vede protagonista: Noè che libera una colomba che vola portando nel becco un ramoscello d’ulivo in simbolo di pace.

In agricoltura, l’ulivo riesce a tollerare piuttosto bene sia le variazioni climatiche sia una scarsa fertilità del suolo. C’è però un insetto che sta dando non pochi problemi – negli ultimi anni – per la sua salute e sopravvivenza. Ci riferiamo alla mosca dell’olivo e oggi vediamo come comportarsi, in chiave preventiva e curativa, per prendersi cura di questa pianta a 360°.

Fertilizzazione dell’olivo: come tutelarsi dalla mosca dell’olivo (e non solo)

Una delle domande che si pongono molte persone è la seguente: cosa fare se ci si rende conto dell’infestazione da mosca dell’olivo? In primo luogo occorre “conoscere il nemico” e poi avvalersi di prodotti per l’agricoltura ad hoc. Analizziamo entrambi gli aspetti.

Caratteristiche della mosca dell’olivo

Nota anche come Bactrocera oleae, questo il nome botanico, si tratta di un insetto che fa parte della famiglia di Tephritidae, molto presente nel Mediterraneo.

Si tratta, appunto, di una mosca, avente lunghezza tra 4 e 5 millimetri, corpo di colore marrone, occhi tra blu e verde, ali quasi impercettibili (in quanto trasparenti) e con una microscopica macchietta all’estremità.

Ma perché è così pericolosa, tanto da necessitare di una fertilizzazione dell’olivo ad hoc? Lo diventa nel momento in cui le larve si schiudono nel frutto, nutrendosi della sua polpa. Trascorse indicativamente due settimane, diventano pupe e si inseriscono nel terreno, in genere tramite il frutto che cade a terra.

I danni? Sono sia diretti che indiretti: si va da una riduzione del raccolto a una maggiore caduta di frutti non buoni, fino al fatto che la presenza delle larve favorisce la possibilità che subentrino ulteriori infezioni, batteriche e fungine.

I prodotti per agricoltura più adatti

Prevenire la presenza della mosca dell’olivo diventa imprescindibile e per farlo occorre utilizzare dei prodotti per agricoltura ad hoc. La prima cosa è monitorare lo stato della pianta: una pratica che permette di controllare la sua salute in generale.

Per quanto riguarda la fertilizzazione dell’olivo, è preferibile optare per una concimazione bilanciata, avvalendosi anche di trappole. Queste, oltre che per “catturare” i parassiti, sono utili per sapere se e quanto sono presenti. Altri accorgimenti efficaci sono informarsi dell’incidenza della problematica nel proprio contesto di riferimento, così da scegliere varietà più resistenti e performanti, programmare una potatura regolare e optare per prodotti di qualità e davvero risolutivi. Piccole attenzioni, capaci però di fare la differenza, implementando la salute e la produttività dell’ulivo.

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