• CRONACHE

Si suicida in carcere dov’era detenuto per l’omicidio della fidanzata

MILANO. Arturo Saraceno, 36 enne condannato a 16 anni per aver ucciso la ex fidanzata Deborah Fuso, tre anni fa a Magnago (Milano), si è ucciso ieri nel carcere di Rossano (Cosenza) – come riferito da alcuni media – impiccandosi con la cintura dell’accappatoio. Lo ha confermato il suo avvocato, Daniele Galati, il quale ha dichiarato di voler “far luce sull’accaduto, dato che avrebbe dovuto essere piantonato a causa dei pregressi tentativi di suicidio”. Deborah Fuso e Arturo Saraceno, dieci gli anni di differenza che li separavano, avevano avuto una lunga storia d’amore nata al confine tra le province di Milano e Varese, simile a quella di tanti giovani. Avevano fissato la data delle loro nozze, si mandavano lettere e messaggini, si amavano. Questo fino alla primavera del 2016, secondo quanto era emerso dalle indagini, alcuni dissidi legati al rapporto della giovanissima con la famiglia del fidanzato, avrebbero minato il loro legame. 

Poi, dopo essersi lasciati e ripresi più volte, Deborah e Arturo si erano incontrati per un nuovo chiarimento, nella mansarda di Magnago dove avevano convissuto felicemente a lungo. Nel maledetto pomeriggio di quel 17 maggio, insieme a loro c’era anche la madre di Saraceno che, però, ad un certo punto li aveva lasciati soli. Tra i due fidanzati era scoppiata una lite, culminata nell’accoltellamento della ragazza. Anche Saraceno era stato raggiunto da un fendente ad un braccio.  Saraceno aveva chiesto e ottenuto il trasferimento dal carcere di Busto Arsizio (Varese) a quello di Rossano per poter ricevere le visite dei suoi familiari, residenti in Calabria. «Da quel che sono riuscito a sapere, il detenuto che si è tolto la vita, proveniva dalla Casa Circondariale di Busto Arsizio e da pochi mesi era stato trasferito temporaneamente alla Casa di Reclusione di Rossano affinché potesse effettuare i colloqui con la sua famiglia. Era molto seguito dallo staff multidisciplinare dell’Istituto ma non aveva mai dato problemi di alcun genere» dice Enzo Quintieri, già Consigliere Nazionale dei Radicali Italiani

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