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Mafiosi e terroristi liberi? Alla Corte europea dei diritti umani non piace l’ergastolo ostativo

ROMA. La Grande Chambre di Strasburgo potrebbe esprimersi contro l’ergastolo ostativo (articolo 4bis del nostro ordinamento penitenziario), voluto da Falcone e Borsellino per costringere i capi di Cosa nostra, in particolare ma vale anche per i terroristi, a collaborare con la Giustizia. La decisione prevista lunedì dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo sull’ergastolo ostativo, pone “il serio rischio di ritrovarci fuori dal carcere anche boss mafiosi e terroristi” e la possibilità di “una serie infinita di ricorsi da parte di questi detenuti”.

Lo afferma il ministro degli Esteri e capo del M5s Luigi Di Maio su Facebook sottolineando che “è doveroso aprire una seria riflessione, lo dobbiamo alle troppe vittime di mafia e terrorismo che hanno perso la vita senza nessuna colpa”. A giugno la Corte europea dei diritti dell’uomo ha sancito che l’ergastolo ostativo rappresenterebbe una violazione dei principi della dignità umana. Se lunedì il verdetto sul ricorso presentato dal governo confermasse questa posizione “ovviamente – argomenta Di Maio – si andrebbero a depotenziare gli strumenti giudiziari che oggi ci permettono di fronteggiare il fenomeno mafioso e terroristico. E non si tratta di un problema che interessa solo l’Italia, ma ne va della sicurezza di tutta l’Europa”. Di Maio sottolinea che “da sempre il MoVimento si batte contro la mafia e i mafiosi” e che “ancora oggi siamo davanti a un fenomeno che, nonostante l’ottimo lavoro di magistratura e forze dell’ordine, continua a rimanere vivo nel nostro Paese”.

“Uno degli strumenti a disposizione della giustizia italiana – conclude – è quello dell’ergastolo ostativo. Una delle tante intuizioni del magistrato Giovanni Falcone che ci ha permesso di contrastare con fermezza mafiosi e terroristi”. Una sentenza che lascia a dir poco perplessi: se infatti in questo caso la Cedu ha censurato l’Italia, in più di un’occasione la stessa Corte ha condannato l’ Italia stessa per non aver a sufficienza tutelato le vittime, omettendo di apprestare sufficienti e concrete misure preventive e protettive contro persone che già si erano rese capaci di delinquere. Ma se un mafioso, un terrorista, ha più volte dimostrato la sua crudele e reiterata azione, come si fa a difendere le sue vittime se non proprio servendosi dello straordinario strumento dell’ergastolo ostativo? C’è un modo, molto semplice, per evitare di rimanere in carcere a vita e usufruire dei benefici offerti dalla legge: collaborare con la Giustizia, mostrando nei fatti di volersi pentire.

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