• CRONACHE

Caporalato, indagata la moglie prefetto Di Bari: lui presenta le dimissioni

Reclutavano braccianti dalla baraccopoli intorno al Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia, da impiegare nei campi e li sfruttavano pagandoli molto meno di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale del settore. È quanto scoperto dai Carabinieri di Foggia, nel corso di un’indagine coordinata dalla Procura locale, che ha portato all’arresto di cinque persone e all’obbligo di firma di altri 11 soggetti. L’accusa ipotizzata per tutti è a vario titolo di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

L’indagine, che ha interessato attività comprese tra luglio ed ottobre 2020, ha portato anche ad una verifica giudiziaria su oltre dieci aziende agricole riconducibili ad alcuni degli indagati. In carcere sono finiti due cittadini stranieri, un 32enne senegalese e un 33enne gambiano, mentre nei confronti degli altri tre arrestati da parte dei carabinieri sono stati disposti i domiciliari.

Il prefetto Michele di Bari: “Fiducia nella magistratura. Certi della sua estraneità ai fatti”

Tra i sedici indagati spicca la figura di Rosalba Bisceglia, moglie del prefetto Michele di Bari, capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Viminale, che ha rassegnato le dimissioni dopo aver appreso dell’inchiesta. Dimissioni accettate dal ministro dell’Interno Lamorgese.

Desidero precisare che sono dispiaciuto moltissimo per mia moglie che ha sempre assunto comportamenti improntati al rispetto della legalità. – ha dichiarato di Bari – Mia moglie, insieme a me, nutre completa fiducia nella magistratura ed è certa della sua totale estraneità ai fatti contestati“.

Caporalato

I due caporali anello di congiunzione tra aziende e forza lavoro

Secondo gli investigatori i due uomini finiti in carcere erano l’anello di congiunzione tra i rappresentati delle varie aziende agricole della zona e i braccianti. I due referenti si attivavano alla richiesta di forza lavoro da parte delle aziende e procedevano a reclutare braccianti all’interno della baraccopoli. Inoltre provvedevano al loro trasporto presso i terreni e li sorvegliavano durante il lavoro, pretendendo 5 euro per il trasporto e altri 5 euro da ogni bracciante per l’attività di intermediazione. Il principale dei due reclutatori si occupava anche di dare direttive ai braccianti sulle modalità di comportamento in caso di controlli.

Caporali, titolari e soci delle aziende avevano messo in piedi un apparato quasi perfetto – sottolineano i carabinieri – che andava dall’individuazione della forza lavoro necessaria per la lavorazione dei campi, al reclutamento della stessa, fino al sistema di pagamento, risultato palesemente difforme rispetto alla retribuzione stabilita dal Ccnl, nonché dalla tabella paga per gli operai agricoli a tempo determinato della provincia di Foggia“. Nella nota si sottolinea che le buste paghe non erano veritiere, in quanto venivano indicate un numero di giornate nettamente inferiori rispetto a quelle lavorate, e non si teneva conto di ferie e giorni di riposo. E come se non bastasse i lavoratori non venivano sottoposti alle visite mediche previste.

Caporalato

Secondo l’ordinanza del Gip Rosalba Bisceglia era consapevole dello sfruttamento dei braccianti

Il nome di Rosalba Livrerio Bisceglia è venuto a galla in quanto amministratore di una delle dieci aziende coinvolte nell’indagine. Nell’ordinanza emessa dal Gip di Foggia di legge che la donna “è consapevole delle modalità delle condotta di reclutamento e sfruttamento“e che impiegava nella sua azienda “manodopera costituita da decine di lavoratori di varie etnie” per la coltivazione dei campi “sottoponendo i predetti lavoratori alle condizioni di sfruttamento” desumibili “anche dalla condizioni di lavoro (retributive, di igiene, di sicurezza, di salubrità del luogo di lavoro) e approfittando del loro stato di bisogno derivante dalle condizioni di vita precarie“.

Nell’ordinanza viene anche messa agli atti un’intercettazione che incastrerebbe la moglie del prefetto Michele di Bari, nel quale si rivolgerebbe a uno dei due caporali in questa maniera: “Porta da Nico tutti i documenti. Devi portare prima perché così io devo fare ingaggi… e poi il giorno dopo iniziate a lavorare“.

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati