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Carta di Assisi: decalogo per il giornalismo fatto in maniera corretta

ASSISI. Verrà presentata e firmata, oggi alle 16 presso sede della FNSI, Federazione Nazionale Stampa Italiana, la “Carta di Assisi”. Si tratta del primo manifesto internazionale contro i muri mediatici e l’uso delle parole come pietre. Un evento, che vede coinvolti giornalisti, associazioni, religiosi, intellettuali e semplici cittadini, a salvaguardia della buona informazione e del linguaggio improntato al rispetto, alla veridicità e alla responsabilità.

Per l’occasione tre importanti rappresentanti delle fedi monoteiste firmeranno il manifesto contro i muri mediatici: l’Imam della Grande Moschea di Roma, Saleh Ramadan Elsayed, la presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, e il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti. L’incontro sarà moderato da Roberto Natale, coordinatore del Comitato scientifico di Articolo 21. Tra i presenti illustri anche il prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Paolo Ruffini.

Carta di Assisi
Padre Mauro Gambetti stringe la mano a Papa Francesco (Facebook)

Per la prima volta nella storia del nostro Paese i rappresentanti delle tre fedi monoteiste sottoscriveranno questo protocollo deontologico – ha dichiarato padre Enzo Fortunato, responsabile comunicazione della Federazione delle chiese evangeliche in Italia – Un decalogo di principi teso a contrastare il pericoloso diffondersi dei discorsi d’odio nella comunicazione. Dire no all’imbarbarimento del dibattito pubblico e mettere in rete fra loro tutte le voci che vogliono fermare questa spirale di violenza”.

DECALOGO DELLA CARTA DI ASSISI

  • L’ostilità è una barriera che ostacola la comprensione. Nel rispetto del diritto-dovere di cronaca e delle persone occorre comprendere. Scriviamo degli altri quello che vorremmo fosse scritto di noi.
  • Una informazione corretta lo è sempre, sono la fiducia e la lealtà a costruire una relazione onesta con il pubblico. Non temiamo di dare una rettifica quando ci accorgiamo di aver sbagliato.
  • Difendiamo la nostra dignità di persone, ma anche quella altrui, fatta di diversità e differenze. Tutti hanno diritto di parlare e di essere visibili. Diamo voce ai più deboli.
  • Costruiamo le opinioni sui fatti e quando comunichiamo rispettiamo i valori dei dati per una informazione completa e corretta. Dietro le cifre ci sono gli esseri umani. Impariamo il bene di dare i numeri giusti.
  • Se male utilizzate, le parole possono ferire e uccidere. Ridiamo il primato alla coscienza: cancelliamo la violenza dai nostri siti e blog, denunciamo gli squadristi da tastiera e impegniamoci a sanare i conflitti. Le parole sono pietre, usiamole per costruire ponti.
  • Facciamoci portavoce di chi ha sete di verità, di pace e di giustizia sociale.Quando un cronista è minacciato da criminalità e mafie, non lasciamolo solo, riprendiamo con lui il suo viaggio. Diventiamo scorta mediatica della verità.
  • Con il nostro lavoro possiamo illuminare le periferie del mondo e dello spirito. Una missione ben più gratificante della luce dei riflettori sulle nostre persone. Non pensiamo di essere il centro del mondo.
  • Internet è rivoluzione, ma quello che comunichiamo è rivelazione di ciò che siamo. Il nostro profilo sia autentico e trasparente. Il web è un bene prezioso: viviamolo anche come bene comune.
  • La società non è un groviglio di fili, ma una rete fatta di persone: una comunità in cui riconoscersi fratelli e sorelle. Il pluralismo politico, culturale, religioso è un valore fondamentale. Connettiamo le persone.
  • San Francesco d’Assisi operò una rivoluzione, portare la buona notizia nelle piazze; anche oggi una rivoluzione ci attende nelle nuove agorà della Rete. Diamo corpo alla notizia, portiamola nelle piazze digitali.
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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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