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Censurato striscione ironico della Uil, i soggetti? Salvini e Di Maio

ROMA. Gli striscioni in questi ultimi tempi nella polemica politica stanno occupando un posto di rilievo. Pro o contro hanno pagine dedicate sui giornali non tanto per i contenuti ma per l’atto in se stesso. E questa volta la censura si abbatte sull’iniziativa di un sindacato. Infatti la Uil lamenta lo stop ad uno striscione che definisce “ironico” con Luigi Di Maio e Matteo Salvini che il sindacato aveva preparato in occasione della manifestazione unitaria sul pubblico impiego. “Volevamo mettere lo striscione al Pincio questa mattina ma ci hanno bloccato perché troppo grande. Abbiamo poi provato a metterlo per strada ma è intervenuta la Digos, dicendo che visto che questo striscione era contro i due vicepremier non poteva essere aperto”.

Lo racconta il segretario generale della Uil Fpl, Michelangelo Librandi. Lo striscione riporta le immagini dei due vicepremier. “Mattè, dicono che mettese contro il sindacato porta male” dice di Maio. “Sì Giggino, lo so, infatti mi sto a porta’ avanti col lavoro”, risponde Salvini mentre si fa un selfie con la maglia blu delle Uil Fpl, si vede nel manifesto ora arrotolato davanti allo stand della Uil a piazza del Popolo. “Lo abbiamo portato qui a piazza del Popolo, al gazebo dell Uil, e addirittura mi dicono che ci sono delle persone della Digos che ci piantonano perché non lo dobbiamo aprire”, dice ancora Librandi. “Era una striscione solo ironico. Non mi sembra – sottolinea- che ci sia nulla di offensivo. Nello striscione abbiamo ripreso una frase che dice spesso Barbagallo: ‘mettersi contro il sindacato porta sfortuna’”. Dopo le profezie di Fassino e Chiamparino le profezie di Barbagallo? Chissà …ma una profezia non ha mai fatto male a nessuno. Forse.

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Giuseppe Muri

Giornalista pubblicista dagli Anni Ottanta, si occupa di cronaca e di costume. Ha lavorato per un lungo periodo nelle redazioni di testate locali piemontesi. Appassionato di storia, ha svolto alcune inchieste legate a fatti importanti che hanno caratterizzato il Novecento italiano.

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