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Coronavirus, Wwf: “Tutelare la salute umana conservando la biodiversità”

Fabio Alisei Borghini – “Coronavirus: un caso non a caso” (Lo Zoo di 105 – Radio 105)

In piena emergenza Coronavirus anche il Wwf sta cercando di fare chiarezza su quali siano i motivi reali che hanno portato alla diffusione di questa pericolosa pandemia.

A detta degli esperti della famosa associazione ambientaliste esisterebbe uno strettissimo legame tra le malattie che stanno terrorizzando il Pianeta e le dimensioni epocali della perdita di natura: molte malattie emergenti come Ebola, AIDS, SARS, influenza aviara, influenza suina e il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 (COVID19) non sono catastrofi del tutto casuali, ma sono la conseguenza indiretta dell’impatto dell’uomo sugli ecosistemi naturali.

Il Coronavirus è una “zoonosi”

Le malattie umane possono essere generate da una grande diversità di microrganismi, ma quelle che destano attualmente un maggiore interesse sono quelle di origine virale e soprattutto le zoonosi, anche dette malattie zoonotiche. Con il termine zoonosi si intendono tutte quelle malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo.

Le zoonosi conosciute sono molto numerose – oltre 200 secondo l’OMS – e il loro studio costituisce uno dei settori di maggior interesse della medicina umana e veterinaria. Sono zoonosi la rabbia, la leptospirosi, l’antrace, la SARS, la MERS, la febbre gialla, la dengue, l’HIV, Ebola, Chikungunya e i Coronavirus, ma anche la più diffusa influenza.

Il 75% delle malattie umane fino ad oggi conosciute derivano da animali e il 60% delle malattie emergenti sono state trasmesse da animali selvatici. Le zoonosi causano ogni anno circa un miliardo di casi di malattia e milioni di morti.

Coronavirus wwf
Le peggiori epidemie nella storia recente (Wwf)

Origine del Sars-Cov2

Come è noto, il contagio da SARS-CoV-2 nell’uomo potrebbe aver avuto origine nel grande mercato di animali di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei, a fine dicembre 2019. Recenti studi dimostrano la somiglianza tra il SARS-CoV-2 e altri coronavirus simili presenti in alcune specie di pipistrelli (chirotteri), che potrebbero aver costituito il serbatoio naturale del virus. Questi mammiferi sono ampiamente presenti in Cina meridionale e in tutta l’Asia, il Medio Oriente, l’Africa e l’Europa.

Il virus, prima di passare dal pipistrello all’uomo, è passato da un’ospite intermedio

Tuttavia, le ricerche hanno rilevato un’elevata corrispondenza tra il genoma del SARS-CoV-2 umano e il genoma di un coronavirus trovato in un pipistrello nella provincia cinese di Yunnan, ciò ha portato a pensare che il virus del pipistrello, prima di arrivare all’essere umano, sia passato attraverso un ospite intermedio. L’animale intermedio quasi sicuramente sarà stato presente nel mercato cittadino di Wuhan, dove è consuetudine commercializzare animali selvatici vivi e macellarli in loco.

In definitiva, non si sa ancora quale sia stata l’origine del CoVID19, l’unico dato certo è che molto probabilmente dietro alla diffusione di questa pandemia si nasconda il commercio legale e illegale di animali selvatici vivi e di loro parti.

Foreste: il nostro Antivirus (Wwf)

Il ruolo degli ecosistemi

Gli ecosistemi naturali hanno un ruolo fondamentale nel regolare la trasmissione e la diffusione di malattie infettive come le zoonosi e quindi, nel sostenere e alimentare la vita, compresa quella della nostra specie.

Le foreste attualmente ospitano milioni di specie in gran parte sconosciute alla scienza moderna, tra cui virus, batteri, funghi e molti altri organismi molti dei quali parassiti, nella più parte dei casi benevoli che non riescono a vivere fuori del loro ospite e non fanno troppi danni. 

Oggi il cambiamento di uso del territorio come le strade di accesso alla foresta, l’espansione di territori di caccia e la raccolta di carne di animali selvatici , lo sviluppo di villaggi in territori prima selvaggi, ha portato la popolazione umana a un contatto più stretto con l’insorgenza del virus.

L’impatto dell’uomo sugli ecosistemi naturali ha oggi modificato in modo significativo il 75% dell’ambiente terrestre e circa il 66% di quello marino e messo a rischio di estinzione circa 1 milione di specie animali e vegetali. Motivo per il quale è fondamentale difendere gli ecosistemi.

Come se non bastasse dal 2003 ad oggi le epidemie provocate da zoonosi sono costate all’economia globale oltre 200 miliardi di dollari.

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