In piena emergenza Coronavirus anche il Wwf sta cercando di fare chiarezza su quali siano i motivi reali che hanno portato alla diffusione di questa pericolosa pandemia.
A detta degli esperti della famosa associazione ambientaliste esisterebbe uno strettissimo legame tra le malattie che stanno terrorizzando il Pianeta e le dimensioni epocali della perdita di natura: molte malattie emergenti come Ebola, AIDS, SARS, influenza aviara, influenza suina e il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 (COVID19) non sono catastrofi del tutto casuali, ma sono la conseguenza indiretta dell’impatto dell’uomo sugli ecosistemi naturali.
Le malattie umane possono essere generate da una grande diversità di microrganismi, ma quelle che destano attualmente un maggiore interesse sono quelle di origine virale e soprattutto le zoonosi, anche dette malattie zoonotiche. Con il termine zoonosi si intendono tutte quelle malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo.
Le zoonosi conosciute sono molto numerose – oltre 200 secondo l’OMS – e il loro studio costituisce uno dei settori di maggior interesse della medicina umana e veterinaria. Sono zoonosi la rabbia, la leptospirosi, l’antrace, la SARS, la MERS, la febbre gialla, la dengue, l’HIV, Ebola, Chikungunya e i Coronavirus, ma anche la più diffusa influenza.
Il 75% delle malattie umane fino ad oggi conosciute derivano da animali e il 60% delle malattie emergenti sono state trasmesse da animali selvatici. Le zoonosi causano ogni anno circa un miliardo di casi di malattia e milioni di morti.
Come è noto, il contagio da SARS-CoV-2 nell’uomo potrebbe aver avuto origine nel grande mercato di animali di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei, a fine dicembre 2019. Recenti studi dimostrano la somiglianza tra il SARS-CoV-2 e altri coronavirus simili presenti in alcune specie di pipistrelli (chirotteri), che potrebbero aver costituito il serbatoio naturale del virus. Questi mammiferi sono ampiamente presenti in Cina meridionale e in tutta l’Asia, il Medio Oriente, l’Africa e l’Europa.
Tuttavia, le ricerche hanno rilevato un’elevata corrispondenza tra il genoma del SARS-CoV-2 umano e il genoma di un coronavirus trovato in un pipistrello nella provincia cinese di Yunnan, ciò ha portato a pensare che il virus del pipistrello, prima di arrivare all’essere umano, sia passato attraverso un ospite intermedio. L’animale intermedio quasi sicuramente sarà stato presente nel mercato cittadino di Wuhan, dove è consuetudine commercializzare animali selvatici vivi e macellarli in loco.
In definitiva, non si sa ancora quale sia stata l’origine del CoVID19, l’unico dato certo è che molto probabilmente dietro alla diffusione di questa pandemia si nasconda il commercio legale e illegale di animali selvatici vivi e di loro parti.
Gli ecosistemi naturali hanno un ruolo fondamentale nel regolare la trasmissione e la diffusione di malattie infettive come le zoonosi e quindi, nel sostenere e alimentare la vita, compresa quella della nostra specie.
Le foreste attualmente ospitano milioni di specie in gran parte sconosciute alla scienza moderna, tra cui virus, batteri, funghi e molti altri organismi molti dei quali parassiti, nella più parte dei casi benevoli che non riescono a vivere fuori del loro ospite e non fanno troppi danni.
Oggi il cambiamento di uso del territorio come le strade di accesso alla foresta, l’espansione di territori di caccia e la raccolta di carne di animali selvatici , lo sviluppo di villaggi in territori prima selvaggi, ha portato la popolazione umana a un contatto più stretto con l’insorgenza del virus.
L’impatto dell’uomo sugli ecosistemi naturali ha oggi modificato in modo significativo il 75% dell’ambiente terrestre e circa il 66% di quello marino e messo a rischio di estinzione circa 1 milione di specie animali e vegetali. Motivo per il quale è fondamentale difendere gli ecosistemi.
Come se non bastasse dal 2003 ad oggi le epidemie provocate da zoonosi sono costate all’economia globale oltre 200 miliardi di dollari.