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Covid, allarme per l’aumento dei casi: si va verso il lockdown totale?

Non sono passati inosservati gli oltre 20mila nuovi casi di positività al Covid registrati ieri nel nostro Paese, un dato preoccupante che ha fatto scattare più di qualche campanello d’allarme. Senza dimenticare i 207 decessi che inesorabilmente fanno avvicinare la quota totale dei morti a causa della pandemia a 100mila.

Per arginare gli effetti altamente negativi delle varianti del virus, in primis la variante inglese, il governo è al lavoro per vagliare tutte le possibili soluzioni: dalle chiusure localizzati, direzione nella quale si sta procedendo in questo momento, fino alla misura estrema di un lockdown nazionale in tutto il territorio per un determinato periodo di tempo.

Proprio sulle contromisure da mettere in pratica verterà la riunione straordinaria, in programma oggi, alla quale parteciperanno il premier Mario Draghi, i ministri competenti Roberto Speranza (Sanità) e Mariastella Gelmini (Affari regionali e autonomie), Agostino Miozzo del Cts e il commissario per l’emergenza, Giuseppe Figliuolo.

Possibile modifica del Dpcm: quando scatta la zona rossa?

Attualmente il nuovo Dpcm, entrato in vigore dal 6 marzo, prevede che siano i governatori di Regioni dichiarare zona rossa le proprie Regione o alcuni territori localizzati, come ad esempio Comuni o Provincie, sulla base dei dati di incidenza.

Tra le nuove ipotesi dell’esecutivo, così come suggerito da alcuni esperti del Cts (Comitato tecnico scientifico), si starebbe pensando ad una misura più rigida: se in un determinato territorio si dovessero registrare 250 nuovi casi di Covid ogni 100mila abitanti per sette giorni consecutivi scatterebbe in automatico la zona rossa. Inoltre nei territori con questa curva epidemiologica è vivamente consigliata la chiusura di tutte le scuole per ordine e genere.

Mentre nelle ultime ore è circolata l’ipotesi estrema di un lockdown totale generalizzato in tutto il Paese. Possibilità che alcune fonti vicine al governo hanno immediatamente smentito perché, si fa notare, oggi rispetto ad un anno fa si ha una grande disponibilità di dispositivi di protezione personale come mascherine e di gel igienizzante.

Controlli Polizia, Covid
Covid, controlli nelle città da parte delle forse dell’ordine (Twitter)

Per quale motivo il governo starebbe pensando al lockdown totale?

Il vero motivo per il quale si starebbe pensando a questa misura estrema è dovuto per lo più al coordinamento per il piano vaccinazione anti Covid: con l’arrivo di un ingente quantitativo di vaccini uno stop totale potrebbe permettere di procedere spediti con le vaccinazioni.

Attualmente in Italia sono 1.652.031 i cittadini ai quali sono state somministrate entrambe le dosi del vaccino, 5.417.678 quelli che invece hanno ricevuto almeno una fiala.

Da oggi fino a fine marzo dovrebbero essere consegnate circa 9 milioni di dosi, mentre tra aprile e giugno (90 giorni circa) dovrebbero essere 52milioni e 477mila (circa 17,5 milioni di vaccinazioni al mese).

L’obiettivo del governo è quello di arrivare a somministrare più di 600mila vaccini al giorno, equivalente a sei volte la media attuale. Traguardo che sarà possibile solo con un piano efficiente e senza sbavature.

Quali i motivi dei nuovi casi di positività? Come contrastare il fenomeno?

Gli esperti hanno fatto notare che l’aumento dei nuovi casi di positività è dovuto alla diffusione delle varianti, soprattutto quella inglese, che a differenza del ceppo originario ha una maggiore velocità di diffusione e colpisce più facilmente le fasce d’età più giovani.

Tesi confermata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha evidenziato come la cosiddetta ‘seconda ondata‘ non sia mai finita:

“Assistiamo a una ripresa molto forte dovuta all’impatto delle varianti, che ci sta portando a misure sempre più restrittive sui territori”.

Motivo per cui è tornata sul tavolo in auge l’ipotesi di adottare misure mirate e pianificate come quella di anticipare il coprifuoco, alle 19 o alle 20, e la possibilità di chiusure totali nei weekend di alcune vie cittadine molto frequentate e di quasi tutte le attività commerciali escluse quelle considerate di rilevante importanza, come ad esempio alimentari e farmacie.

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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