• CRONACHE

Falsi rimborsi, arrestato il presidente Ente Fiera di Bergamo

 BERGAMO. Le microspie erano della Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza, che da tempo stava indagando sulle «prassi per nulla ortodosse» – come sono state definite nell’ultimo Cda, nella gestione dei conti e delle uscite di Promoberg. Alle 8 di questa mattina è scattato il blitz della Guardia di Finanza e il direttore dell’Ente Fiera di Bergamo Stefano Cristini è stato arrestato e si trova ora ai domiciliari, accusato di aver simulato falsi rimborsi spese intestati a ignari dipendenti, per appropriarsi indebitamente, nel corso degli anni, di oltre 140 mila euro. L’accusa è di peculato, in concorso con il cassiere e con altri personaggi chiave nella gestione della Promoberg. Sono state inoltre disposte due misure interdittive a carico del segretario generale Luigi Trigona e del presidente del collegio sindacale Mauro Bagini, che sono stati sospesi dal servizio. In tutto gli indagati sono 7 e ricoprono varie funzioni e cariche all’interno dell’Ente Fiera: le rispettive abitazioni, gli studi professionali e gli uffici di Promoberg sono stati perquisiti.

L’obiettivo degli inquirenti è quello di fare luce sugli episodi emersi fino a oggi e su altre situazioni riferite alla gestione e ai bilanci dell’Ente Fiera. In poco meno di due mesi, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico finanziaria di Bergamo e della sezione di polizia giudiziaria in Procura, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazione, pedinamenti e acquisizione di testimonianze, hanno raccolto una serie di elementi a carico del direttore, accusato di aver simulato falsi rimborsi spese intestati a dipendenti che non sapevano nulla, per appropriarsi indebitamente, nel corso degli anni, di oltre 140 mila euro. L’accusa è di peculato, in concorso con il cassiere e con altri personaggi chiave nella gestione della Promoberg. Nel corso delle indagini sono emerse gravi responsabilità anche in capo al segretario generale, sospettato di aver avallato l’operato del direttore tecnico, nonché nei confronti del presidente del collegio sindacale dell’Ente, il quale, per sminuire i fatti, avrebbe cercato di aggiustare la contabilità, accordandosi, con gli altri due indagati, sulla versione da fornire al Consiglio di Amministrazione, in sede di approvazione del bilancio del 2018.

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