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Firenze, ‘Velaterapia’ per i malati oncologici: affrontare il tumore in barca

Al Cerion , il Servizio di Psiconcologia ha attivato i corsi di velaterapia, percorsi riabilitativi speciali che insegnano, stando su una barca, a vedere la speranza . La testimonianza di una paziente.

Affrontare il mare aperto è una sfida, un atto di coraggio, ma per chi, come Silvia, ha ha davanti a sé una battaglia ben più impegnativa, come quella contro una malattia oncologica, imparare a issare una vela al momento giusto diventa una metafora di vita, un’esperienza che rende più forti e consapevoli.

Non a caso il Servizio Lilt di Psiconcologia del Cerion, il Centro di riabilitazione oncologica ISPRO –LILT di Villa delle Rose a Firenze, ha inserito tra i suoi percorsi terapeutici anche la velaterapia: un weekend a Castiglioncello, nella marina di Cala De’ Medici, tra cime e parabordi, su una barca speciale per ascoltarsi meglio e trovare dentro di sé una nuova speranza. Il progetto è realizzato grazie alla collaborazione con l’associazione sportiva “L’Isola della Vela”.

Velaterapia, la testimonianza di Silvia: ‘Il tumore ha dato una virata alla mia vita

Silvia Vivoli, 53 anni di Firenze, dopo un carcinoma al seno, pochi giorni fa è salita su quella barca. E  racconta i sorprendenti risultati di una terapia inaspettatamente potente. “L’idea del corso di vela era venuta fuori durante una delle nostre riunioni del martedì al Cerion e mi era piaciuta subito. Frequento Villa delle Rose ormai da qualche anno, da quando sono stata operata per un carcinoma infiltrante al seno. La riabilitazione fisica, il sostegno psicologico e le tante attività che ho seguito – dal Tai Chi alla danza egiziana – mi hanno aiutata e mi hanno offerto tante opportunità. Oggi posso affermare che il tumore ha dato una virata alla mia vita, ma più in senso positivo che negativo. E la velaterapia fa parte delle cose belle che mi sono accadute. Mi sono iscritta subito. Il mio turno è arrivato il 19 giugno.

Al porto ci siamo ritrovate in quattro, tutte donne, ognuna con la propria storia legata alla malattia. Con noi c’erano anche due psicologhe della Lilt. Ad aspettarci c’era una barca speciale Una volta a bordo, abbiamo raggiunto il largo e in quel momento si sono spenti i motori. È calato il silenzio ed è stata un’emozione fortissima. Ero in mezzo al mare, con persone sconosciute ma legate a me da un filo comune. Il capitano ha iniziato a spiegarci un po’ di cose, alcuni dettagli tecnici, tanti consigli.

E a ogni sua parola era come se capissi qualcosa di più anche di me. Stare in barca è un invito alla leggerezza. Lasci a terra tutto ciò che non ti serve, riscopri l’essenziale, ti concentri meglio sulle emozioni. Se i rumori intorno a te si placano, fai silenzio anche dentro di te e inizi a cogliere le sfumature delle cose, anche quelle più impercettibili. In barca è molto utile avere sguardo e orecchio allenati ai piccolissimi cambiamenti, ai movimenti, alle increspature delle onde, alla direzione del vento. Sono segnali di speranza, oppure contrattempi da fronteggiare. È questione di sopravvivenza.

Velaterapia: cosa ha insegnato questa esperienza a Silvia?

La testimonianza lunga e dettagliata di Silvia prosegue, ed emerge come quanto questa metafora con la vita, issare le vele, possa essere forte in un contesto come quello in cui si cerca di fronteggiare un ‘nemico’ invisibile che stravolge la vita: fare i conti col tumore, con l’operazione, le terapie ed il dopo, non é certo facile. Scoprire attraverso questo progetto di velaterapia la forza che il mare può dare in questo contesto é senza dubbio un successo messo in campo dal Servizio Lilt di Psiconcologia del Cerion, un modo innovativo per portare i pazienti a rinascere e a ritrovare se stessi dopo un’esperienza tanto faticosa dal punto di vista emotivo, oltreché fisico : “E io ho pensato: che bello sarebbe avere questo grado di consapevolezza anche a terra, nella vita di tutti i giorni. Ho tratto una grande forza da questa esperienza. Ho rivisto il mio approccio alla malattia perché la vela mi ha insegnato a tirare fuori le mie capacità e a non dare mai niente per scontato

Poi Silvia racconta dell’intervento e di quanto sia importante il supporto anche dopo l’operazione: “Mi sono operata nel 2016 ma il sostegno psicologico serve sempre, anche a distanza di tempo. Hai sempre un capitolo aperto con il tumore. Per questo è fondamentale la dimensione del gruppo, serve a non chiudersi e ad alleggerirsi dai pesi che ti stai portando dietro. Anche in barca, nelle pause, io e le mie compagne di corso abbiamo parlato tantissimo, ci siamo sentite libere di farlo, raccontandoci le nostre storie

Silvia fa inoltre presente quanto sia importante condividere le proprie angosce e le proprie paure, come se insieme ad altre donne, persone che hanno affrontato la stessa esperienza, sebbene perfette sconosciute, si diventi improvvisamente ‘più forti’ e più speranzose: “Condividere ha un potere magico. Ho conosciuto tante donne nei vari momenti della malattia, senza di loro sarei stata peggio. In questi anni ho anche ereditato l’amministrazione di un gruppo whatsapp che si chiama “ViaLeParrukke” popolato da “donne speciali”: insieme cerchiamo di alleggerire il peso delle nostre esperienze, di scambiarci consigli e di divertirci il più possibile. E quasi sempre ci riusciamo”.

Ben vengano allora queste terapie alternative e innovative di supporto, se hanno un effetto così benefico sui malati oncologici. Nella speranza che molte altre proposte possano allietare un momento così delicato e che tante altre persone al pari di Silvia possano credere nella rinascita post malattia ed avere la consapevolezza di non ‘essere mai soli’ in un cammino così tortuoso. Al fondo due parole sul centro:

Silvia Vivoli a bordo della barca a vela

CeRiOn e LILT

Il CeRiOn, Centro di Riabilitazione Oncologica, è nato nel maggio 2005 dalla collaborazione tra LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori Sezione di Firenze e ISPRO – Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica, con il sostegno dell’Istituto Toscano Tumori e dell’Associazione Toscana Donna e grazie ai fondi raccolti dalla manifestazione benefica fiorentina “Corri la Vita”. Grazie al lavoro di équipe tra il personale ISPRO e i professionisti della LILT, al CeRiOn il paziente oncologico viene accompagnato in un percorso riabilitativo integrato e individualizzato.

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Valentina Roselli

Laureata in Scienze Politiche, giornalista, ha iniziato come cronista per importanti testate nazionali e locali, ha collaborato con alcuni periodici di attualità occupandosi di politica ed è stata direttrice editoriale del quotidiano "Notizie Nazionali". Negli ultimi anni ha lavorato come ghostwriter e ha collaborato ad inchieste giornalistiche di attualità per radio e tv online.

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