Sta circolando da qualche ora sui social un video realizzato dalla Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), nel quale si vedono scorrere immagini di infermieri impegnati in prima linea, spesso costretti a turni estenuanti, nella battaglia di contrasto al Coronavirus.
Il filmato riguarda un’appello che questi ‘guerrieri in camice‘ vogliono rivolgere nei confronti delle istituzioni e dei cittadini, un’invito dettato dall’esperienza vissuta quotidianamente negli ospedali a stretto contatto con malati e personale medico, che consiste in due chiari concetti:
“Non c’è più tempo. Non abbiamo più posti letto dove ricoverare le persone – afferma una voce fuori campo nel video appello degli infermieri -, siamo costretti a riutilizzare i dispositivi di protezione individuale, perché scarseggiano, e in molte realtà quelli disponibili non sono idonei. Siamo in pericolo costante, sappiamo di rischiare ogni giorno il contagio oltre a vivere la paura costante di portare il virus nelle nostre case. Non c’è più neanche il tempo per piangere, se non al termine dei lunghi turni massacranti. Vediamo una morte che non ha la dignità di essere celebrata. Persone lontane dai loro affetti. Siamo provati, siamo pochi, in ospedale e sul territorio. Andiamo nelle case delle persone come soldati al fronte, senza protezioni, in un territorio che non riesce ad accogliere le enormi richieste di cura. Siamo soli. Se non freniamo questa valanga pagheremo il più grande tributo: il fallimento dell’intero sistema e di ogni cosa per la quale ha senso vivere. Abbiamo bisogno di ospedali, di personale. Subito. Ora. Non domani. Abbiamo bisogno di professionisti qualificati, non riciclati, non gettati al fronte come pedine. Abbiamo bisogno anche di voi cari cittadini. Chiudetevi in casa. Ogni uscita apre la porta al virus. Non possiamo più permettercelo. Non c’è più tempo“. Il messaggio viene dalla Federazione italiana Ordini professioni infermieristiche
Come se non bastasse il presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri (Aaroi-Emac) Alessandro Vergallo, che ha scritto una lettera al presidente della Repubblica, ha denunciato una situazione limite: “iniziano a scarseggiare le scorte di mascherine a più alta protezione, utilizzate in particolar modo nelle Terapie intensive, ed in Lombardia le scorte basteranno ancora solo per un paio di giorni“. Vergallo ha inoltre aggiunto che in questo modo “Si rischia di paralizzare o rallentare l’efficacia dell’impegno nel tentativo di salvare il maggior numero di vite umane“.
Carlo Saccomando