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Il Piemonte chiede di cancellare il saldo Irap e una dilazione per l’Iva

L’Associazione ‘Lettera150 Piemonte’, costituita da una task force di personalità italiane declinate su più livelli, che in Regione annovera anche l’avvocato torinese Patrizia Polliotto, già titolare di prestigiosi incarichi al vertice in primarie realtà societarie italiane pubbliche e private, chiede ad Alberto Cirio, in qualità di Presidente della Regione Piemonte, di adoperarsi perché il governo disponga nella regione la cancellazione del saldo IRAP per l’anno 2020 (peraltro, imposta di competenza regionale), nonché la dilazione del pagamento dell’Iva relativa al quarto trimestre 2020, per tutti i contribuenti, in 72 rate.

Com’è noto, secondo l’ultimo DPCM di novembre 2020, la Regione Piemonte è stata classificata come “Zona rossa” trovandosi a gestire una situazione critica e imprevedibile non solo per l’emergenza sanitaria.

A supporto della richiesta va considerato che, a causa della pandemia e quindi dell’impossibilità di poter svolgere in maniera regolare le proprie attività lavorative, imprenditori, liberi professionisti, artigiani e commercianti si trovano a dover gestire una situazione di estrema crisi di mercato.

Del resto il Piemonte vive una maggiore difficoltà rispetto ad altre Regioni per le quali sono consentite maggiori attività lavorative, che non impediscono l’interruzione della filiera produttiva.

A complicare il quadro è anche il fatto che “Inoltre molti imprenditori, liberi professionisti e aziende non hanno ricevuto ancora indennizzi o supporti di cassa integrazione e simili” aggiunge Giuseppe Valditara, ordinario di Diritto romano, Università di Torino, coordinatore Lettera 150, il think tank che riunisce oltre 250 accademici e alcuni magistrati. “E sono anche impossibilitati a licenziare, loro malgrado, i propri collaboratori per portare avanti le attività. Finirà che tante attività imprenditoriali chiuderanno l’anno 2020 in perdita”.

avv. Patrizia Polliotto

Mentre per Patrizia Polliotto “è opportuno preservare per tempo il tessuto produttivo piemontese, già duramente messo alla prova per via degli effetti della crisi del 2008, e che oggi vale circa l’8% del Pil nazionale”, osserva il noto legale.

Va considerato che artigiani, commercianti, imprenditori, proprietari di strutture (palestre, piscine, centri sportivi e via dicendo) hanno speso ingenti cifre di denaro per potersi adeguare all’emergenza Covid-19 così come richiesto dal governo centrale, e in generale la struttura produttiva della Regione Piemonte deve potersi auto-finanziare in questo periodo di crisi per poi farsi trovare pronta per la ripartenza futura del mercato.

Il documento completo è disponibile sul sito www.lettera150.it

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