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In Italia quasi ventimila medici stranieri, ma i concorsi sono preclusi

ROMA. In Italia ci sono oltre 19 mila medici di origine straniera: il 65% non ha la cittadinanza italiana o di un paese comunitario, e per questo l’85% lavora nel privato non potendo accedere a concorsi pubblici. Lo afferma Foad Aodi, presidente dell’Associazione medici di origine straniera in Italia e consigliere Ordine dei medici di Roma: “Nel 2025 ci sarà carenza di 60 mila specialisti. Urge – propone – investire sui laureati italiani e dare accesso ai concorsi ai medici stranieri che lavorano da tempo in Italia, a condizione che, se superati, ottengano la cittadinanza”.

Un tempo, gli stranieri arrivavano in Italia come studenti, principalmente dai Paesi arabi e Israele, e rimanevano poi a esercitare in Italia; dopo la caduta del Muro di Berlino (1989), cominciò l’ondata dei medici già laureati provenienti dai Paesi dell’Est. Oggi ad arrivare in Italia sono soprattutto medici laureati e specializzati provenienti da Paesi arabi, Egitto, Siria. Nella seconda e terza fase di immigrazione si tratta di medici già formati che chiedono il riconoscimento dei titoli”.

Da qui la proposta dell’Amsi: per far fronte alla carenza di medici che si verificherà nel Sistema sanitario italiano nei prossimi anni per effetto dei pensionamenti, “chiediamo che questi medici, dopo aver lavorato per un periodo, ad esempio per cinque anni, nelle strutture italiane, possano essere ammessi ai concorsi con riserva, e con un termine per ottenere, dopo aver superato il concorso, la cittadinanza”. Una misura, questa, che aiuterebbe a far fronte all’emergenza legata alla carenza di specialisti nella Sanità pubblica, ma “la prima misura da adottare – rileva Aodi – è far specializzare i medici che escono dalle università italiane, evitando l’imbuto formativo post laurea”

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