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Insegnanti con titoli di studio falsi, sono già 25 gli indagati

COSENZA. La Procura di Cosenza ha emesso un avviso di conclusione indagine nei confronti di 25 insegnanti che avevano avuto accesso alla professione presentando titoli di studio falsi. I provvedimenti sono stati notificati dai carabinieri della Compagnia di Cosenza tra le province di Cosenza, Lecce, Pistoia, Milano, Bergamo, Forlì-Cesena. Gli insegnanti sono indagati, a vario titolo, per falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità materiale commessa da privato in concorso, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico. Il “diplomificio” è stato scoperto dai carabinieri in casa di un pensionato 69enne di Mangone dove hanno trovato computer, stampanti e materiale informatico, nonché copie cartacee di diplomi già falsificati. 

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Le indagini hanno permesso di scoprire un sistema di falsificazione ed all’utilizzo, sull’intero territorio nazionale, di diplomi apparentemente rilasciati da istituti magistrali statali e paritari della provincia di Cosenza e di Reggio Calabria, e da scuole di specializzazione per l’insegnamento di sostegno agli alunni portatori di handicap, dall’Istituto nazionale scuole e corsi professionali di Cosenza. I titoli di studio falsi sono stati formalmente allegati dagli indagati alle domande per essere inseriti sia nelle graduatorie ad esaurimento, sia in quelle d’istituto per l’assunzione come insegnante nelle scuole primarie e dell’infanzia, su posto comune e sul sostegno.

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L’attività investigativa, condotta dai militari, si è sviluppata dopo una prima fase d’indagine culminata nel novembre del 2017 con la notifica di altri avvisi di conclusione delle indagini preliminari a carico di 33 persone per i reati di falsità materiale ed ideologica, avendo presentato diplomi scolastici contraffatti presso Provveditorati ed Istituti comprensivi in tutta Italia.Una indagata ha riferito che l’uomo, tramite un intermediario, avrebbe chiesto 3.000 euro in cambio del titolo falso. L’inchiesta, condotta in sinergia con gli Usr-Atp italiani, ha portato all’allontanamento di molti degli insegnanti coinvolti.

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