• STORIA

La conferenza dell’Aja: due nuovi protagonisti e arriva l’Inghilterra

“Europa in pillole”, rubrica a cura del Prof. Franco Peretti

( 1969-1971)

L’anno 1969 registra la presenza sulla scena europea di due nuovi importanti protagonisti, il francese George Pompidou e il tedesco della Germania Occidentale Willy Brandt. Il primo è il delfino di De Gaulle, che, dopo il ritiro del generale, è destinato a subentrargli nella guida della Francia; il secondo invece è il capo del partito socialdemocratico, che in seguito alle elezioni politiche vinte, diventa cancelliere, sostituendosi ai democristiani, che avevano avuto dal dopoguerra tale incarico. Sono entrambi due personaggi, che desiderano portare, sia pure con sensibilità diverse una serie di innovazioni,destinate sicuramente a condizionare l’evoluzione della Comunità Economica Europea, dopo che, è bene ricordarlo, per un decennio, dal 1958 al 1969, ha fatto sentire l’influenza della sua porte personalità Charles De Gaulle.

GEORGE POMPIDOU

George Pompidou nel 1969 diventa presidente della Repubblica Francese dopo essere stato per diversi anni, ricoprendo l’incarico di primo ministro, il fedele interprete ed esecutore della linea politica di De Gaulle, pur non essendo stato lui un gollista della prima ora. Nel momento in cui viene eletto presidente, Pompidou ha due questioni da affrontare da un punto di vista della sua azione politica. Da un lato avverte il peso di essere erede di De Gaulle e quindi sente il forte impegno di essere fedele ai principi della politica del generale, anche perché si rende conto di essere un presidente sotto osservazione da parte dei fedelissimi del generale, perché questi ultimi, avendo contribuito in modo molto consistente alla sua elezione, pretendono che l’eletto rispetti quella, che, per un decennio, è stata la linea vincente, e di conseguenza chiedono l’applicazione senza incertezze ed esitazioni della dottrina gollista.

La regina Juliana, il presidente Pompidou di Francia, la signora Claude Pompidou-Cahour e il principe Bernhard
La regina Juliana d’Olanda, il presidente Pompidou di Francia, la signora Claude Pompidou-Cahour e il principe Bernhard d’Olanda (Wikipedia)

Nello stesso tempo Pompidou si rende conto che molti cambiamenti si stanno registrando all’interno della Francia, in Europa e nel mondo e quindi, pur nella fedeltà alle impostazioni golliste, capisce che è necessario introdurre delle modifiche strategiche. Inoltre per quanto riguarda il rapporto con gli Stati Uniti e la Germania stanno cambiando gli scenari generali. Gli Stati Uniti infatti, impegnati in questo periodo nel conflitto vietnamita, tendono a lasciare maggiore libertà agli alleati, anche se puntano sempre a chiedere il riconoscimento della loro leadership. Questa nuova situazione comporta per la Francia un nuovo tipo di relazione con l’America. Non ha più gran valore l’impostazione di rapporti rigidi voluta da De Gaulle, perché finisce per essere una contrapposizione fuori dalla storia. Pompidou incomincia a pensare a relazioni diplomatiche più aperte e di conseguenza, senza strappi con il passato, punta a approcci nuovi. Per quanto riguarda la Germania, il nuovo Presidente francese conferma la sua disponibilità a mantenere le impostazioni del patto De Gaulle-Adenauer, ma la situazione per certi versi è cambiata nel mondo tedesco occidentale.

WILLY BRANDT

Anche in Germania nel 1969 si verifica un evento significativo: il cambio di maggioranza governativa, in conseguenza delle elezioni politiche. Dai democristiani si passa ai socialdemocratici, che designano un nuovo capo del governo. Willy Brandt diventa cancelliere e introduce nelle linee politiche della Germania Occidentale novità molto importanti, che si possono sintetizzare in una parola: ostpolitik. Brandt infatti non avverte come immodificabili quei legami, che i suoi predecessori hanno avvertito nei confronti degli Stati Uniti. Sente invece l’esigenza di guardare ad oriente ed aprire un canale significativo con l’ Unione Sovietica. Sia ben chiaro la posizione del governo tedesco occidentale non è tale da rompere nel modo più assoluto con l’alleanza atlantica, la posizione del governo tedesco a guida socialdemocratica è di attenzione a quanto si verifica in Unione Sovietica per cogliere le eventuali occasioni di collaborazione.

Brandt con il Presidente Kennedy nel 1961
Brandt con il Presidente Kennedy nel 1961 (Wikipedia)

Del resto la Germania Occidentale in questo momento non è più uno stato sconfitto nella seconda guerra mondiale, ma è ormai a tutti gli effetti una potenza industriale di primo piano. Brandt è molto più interessato a questi nuovi rapporti, non è più attratto da legami che lo collocano in posizione subalterna all’America di Nixon, nuovo presidente degli Stati Uniti. Anche nei confronti dell’Europa il cancelliere fa sentire il peso della nuova forza economica tedesca. Questo non significa però che la Germania si collochi fuori della comunità. Anzi, con il passare del tempo, il ruolo della Germania diventa sempre più consistente e finisce per diventare determinante. Si deve infatti sottolineare che, se negli anni sessanta la Francia di De Gaulle è stata la nazione guida, condizionando, con le linee politiche del generale, le scelte comunitarie , negli anni settanta e anche nei periodi successivi è la Germania a dettare le regole del gioco. Non è un caso allora se Pompidou accetta di togliere il veto all’ingresso del regno Unito nella Comunità.

LA CONFERENZA DELL’AJA

Dopo pochi giorni dal suo ingresso all’Eliseo, durante la conferenza stampa di inizio mandato Pompidou esprime alcune linee di politica estera che ben rappresentano in sintesi le sue intenzioni. Prima di tutto sottolinea la necessità di rafforzare la Comunità Economica Europea. In secondo luogo ribadisce, riprendendo alcune riflessioni di De Gaulle, di non avere alcuna obiezione di principio sull’ingresso del Regno Unito nel “Mercato Comune” e di conseguenza diventa importante la ripresa del confronto tra i sei stati per ridare impulso alla collaborazione tra i governi, senza ovviamente, e in questo senso ancora una volta Pompidou è fedele alla linea politica di De Gaulle, generare strutture sovranazionali limitatrici delle sovranità dei singoli stati.

La diplomazia francese, in base a queste precise indicazioni presidenziali, si mette in moto. Il risultato è che l’1 e il 2 dicembre 1969, con presenza per la prima volta di Brandt oltre che di Pompidou, si svolge all’Aja la conferenza dei capi di stato e di governo per affrontare tre temi molto importanti: definizione del regolamento finanziario della politica agricola comune, allargamento della comunità agli stati che hanno presentato istanza, piano per la creazione di un’unione economica e monetaria. Tutti e tre gli argomenti vengono trattati in modo approfondito. Per quanto riguarda il primo punto, il regolamento finanziario della politica agraria comunitaria, che sta particolarmente a cuore alla delegazione francese, viene approvato, con la definizione anche della tempistica per la sua entrata in vigore.Per quanto riguarda l’allargamento della Comunità si approva l’avvio per le procedure di ingresso dell’Inghilterra, dell’Irlanda, della Danimarca e della Norvegia.

Due rapide considerazioni sull’argomento. Mentre le trattative con l’Inghilterra saranno complicate, infatti sull’argomento diremo qualcosa nel paragrafo successivo, abbastanza facili sono quelle per Irlanda, Danimarca e Norvegia, anche se per quest’ultima sfumerà poi l’ingresso nella Comunità, perché il suo ingresso sarà bocciato da un referendum del popolo norvegese. Per quanto riguarda poi la creazione di un’Unione economica e monetaria, senza adottare precise direttive, vengono create commissioni per affrontare ed approfondire sia la questione economica che quella monetaria.

Edward Heath, la Regina Elisabetta II, Richard e Pat Nixon
Edward Heath, la Regina Elisabetta II, Richard e Pat Nixon (Wikipedia)

LE TRATTATIVE DI LONDRA

Fin dall’inizio della Comunità i rapporti non tra la CEE e il Regno Unito non sono facili, per motivi da imputare ad entrambi le parti. Cadute tutte le difficoltà, superate le diffidenze, nel mese di giugno del 1970 si entra nel vivo del negoziato. I negoziati, durano molto a lungo e si concludono dopo un incontro riservato tra Pompidou e Heath, che è il nuovo primo ministro conservatore del Regno Unito. Secondo fonti ufficiose i due sbloccano la situazione, perché concordano sulla impostazione da dare alla Comunità : no alla federazione, quindi sostanziale riaffermazione dell’idea gollista. I punti essenziali dell’accordo tra Inghilterra e CEE sono:

  • crescita graduale del contributo britannico al bilancio della CEE
  • abolizione graduale dei dazi doganali nell’arco di un quinquennio
  • attuazione della politi agricola comunitaria da parte britannica nell’arco di un quinquennio.

L’accodo ufficiale è firmato a Bruxelles il 22 gennaio 1972.

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Franco Peretti

Professore ed esperto di diritto europeo

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