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Le pere italiane messe ko da un fungo: danni per milioni di euro

Stagione molto critica per i coltivatori di pere italiani. Denunciano una particolare sofferenza gli operatori dell’Emilia Romagna, della Lombardia e del Veneto per i quali il 2020 è una pessima annata. In queste tre regioni si produce il 73% del totale italiano. A creare il danno è la maculatura bruna, una patologia fungina causata dal microrganismo Stemphylium vesicarium. La varietà più colpita è la pera Abate Fetel che è anche quella maggiormente coltivata ed esportata.

Si tratta di un’emergenza fitosanitaria molto seria che, aggiunta ai danni provocati dalla cimice asiatica del 2019 e le gelate della scorsa primavera, non fa che aggravare la situazione dell’intera filiera produttiva emiliano-romagnola – la prima a livello nazionale ed europeo- dove il danno sfiora gli 85 milioni  di euro, cosi ripartiti: 60 milioni di euro alla produzione a cui si aggiunge un danno economico per il post raccolta e l’indotto di 24 milioni di euro. La perdita di occupazione per la fase di raccolta è di circa 76mila giornate/uomo.

Il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini

Per far fronte a questo serio problema il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, assieme ai presidenti delle Regioni Veneto, Luca Zaia, e Lombardia, Attilio Fontana, hanno scritto alla ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, per chiedere l’adozione di una serie organica di interventi a sostegno del reddito delle aziende e altre iniziative volte alla ricerca di soluzioni per il contenimento del problema.

I tre governatori chiedono l’istituzione di un tavolo tecnico-scientifico nazionale che coordini a livello nazionale la ricerca delle migliori soluzioni al problema, il supporto per le autorizzazioni a poter disporre di prodotti fitosanitari idonei a contrastare le emergenze fitosanitarie non contenibili con altri mezzi, il sostegno alle attività di ricerca e sperimentazione per la messa a punto di adeguate soluzioni di controllo integrato della malattia e l’attivazione degli indennizzi previsti per le calamità naturali.

“Chiediamo l’intervento del ministero per difendere, sostenere e dare risposte rapide e concrete alle nostre aziende, in vista della prossima stagione produttiva– sintetizza Stefano Bonaccini I danni provocati non si limitano solo alla perdita di reddito delle singole imprese agricole, ma mettono a rischio anche la competitività del sistema produttivo. Non ce lo possiamo permettere, per questo bisogna trovare assolutamente soluzioni adeguate”.

Se e quando il ministero ufficializzerà le aree interessate dal fenomeno della maculatura bruna, le imprese danneggiate avranno 45 giorni di tempo per far richiesta di indennizzo. Hanno diritto al sostegno le aziende che hanno subito danni per una cifra superiore al 30% della produzione lorda vendibile vegetale complessiva prodotta, e non unicamente quella specifica che interessa la pera.

pere italiane

Le cause della maculatura bruna

Le principali cause di questa maggior recrudescenza del fenomeno sono da ricercarsi negli andamenti climatici che stanno caratterizzando un territorio considerato, fino a pochi anni fa, altamente vocato per la coltivazione della pera con produzioni di elevata qualità e quantità. Gli eventi estremi che sempre più si verificano (gelate tardive, repentine ed elevate escursioni termiche, periodi siccitosi seguiti da intense precipitazioni) influiscono sulla epidemiologia di questa patologia oltre a rendere le piante più sensibili per le condizioni di maggiore stress fisiologico. 

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