TORINO. Una nuova campagna d’informazione “iDENTIficami”, è stata lanciata dall’Istituto di Medicina legale dell’Università di Torino per sensibilizzare l’opinione pubblica, e le famiglie delle persone scomparse. Si tratta di identificare quest’ultime, utilizzando la più ampia raccolta di informazioni di natura dentale, in collaborazione con l’associazione Forensic Odontology For Human Rights. Tradotto in otto lingue, lo studio per l’identificazione personale è utile: «Ai fini di un riconoscimento personale certo, l’odontoiatra forense è il professionista che ricava tutte quelle informazioni dentali utili ai fini identificativi, e procede quindi non solo dalle radiografie e dalle schede odontoiatriche, ma anche dall’analisi di altri presidi connessi con la persona scomparsa, eventualmente ancora in possesso dei familiari, come le mascherine per lo sbiancamento dentale, un paradenti sportivo o una placca per il bruxismo notturno», spiega il professore Emilio Nuzzolese, ricercatore di Medicina legale dell’Università di Torino.
Nei prossimi convegni internazionali di Scienze forensi sarà presentata la campagna “iDENTIficami”, che prosegue il percorso innovativo di promozione delle migliori pratiche nell’identificazione personale, cominciato nel 2017 con la prima App gratuita (ideata dal professore Nuzzolese) “Selfie Forensic ID”. Grazie a un selfie del sorriso, mediante parametri sovrapponibili a un archivio dentale, disponibile sui social media, questo amplifica nella rete la diffusione di informazioni relative ai denti anteriori, utile al possibile riconoscimento personale tramite odontoiatri forensi. «L’identificazione personale – ricorda Nuzzolese – avviene attraverso la raccolta e la comparazione di informazioni dentali oltre che genetiche, e, quando possibile, attraverso le impronte digitali e altri caratteri individualizzanti. Tuttavia, la procedura odontologico-forense rappresenta il metodo più veloce ed economico, peraltro in grado di delineare un profilo generico del soggetto da identificare, fondamentale per il restringimento del campo di indagine delle persone scomparse».
